QualCosa è Dio? Chi-è-sa

par Glaros - scrittura creat(t)iva
lunedì 22 dicembre 2008

Troppo buoni, troppo buoni gli Amici di AgoraVox che danno ampia e ’popolare’ visibilità alle mie farneticazioni.

E dire che lo stesso Umberto Eco in ’materia’ ha fatto di recente una ’ricca’ retromarcia... quasi un mea culpa, definendo grottesche certe sue famosissime precedenti puntuali elucubrazioni. Elucubrazioni, peraltro, al cui inquietante parigino riscontro si associava all’epoca anche l’editore Bompiani.

Per fortuna ci restano le riflessioni di Giorgio Galli sulla New Age e, con esse, i timori di Massimo Introvigne. E ci restano le battute di D’Alema e Tremonti a Porta a Porta sugli ’Illuminati’ di Baviera, prontamente raccolta su YouTube, fra le altre, alla pagina http://www.youtube.com/watch?v=sY_8QeDBSCU
 
Chissà che attraverso AgoraVox non si possa finalmente costituire un pool trasversale di indagine permanente sulla intera question.

Del resto, come disse un docente dell’Università di Siena, intervenuto ad un convegno filosofico promosso dalla Accademia delle Scienze di Torino: 
"O fai l’indigeno, o fai l’indagine"


A proposito di indagini e di francesi riscontri, proviamo dunque a sondarne qualche ulteriore aspetto e qualche storica concreta implicazione, in un oscillante andirivieni spazio/temporale. Proprio come accade per il pendolo di Eco e del suo magico geometrico rapporto.

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L’opera filosofica di Jacques Derrida, diffusa e studiata in tutto il mondo, è interamente attraversata dal riferimento al senso dell’esprit e delle sua convergenza in un mistico centro. Si tratta di ciò che, nel titolo di un libro dello stesso Derrida, viene definito appunto la question. E si tratta, come titola un altro testo derridiano, della relativa disseminazione storica. Infine, ancora con Derrida, si tratterebbe di dover addirittura "consumare i segni fino alla cenere". Valli un po’ a capire questi filosofi... Cosa potranno mai avere a che fare le loro astrazioni con la realtà? 
 
Negli anni Novanta, mentre prendeva forma il mio seminario R&S Reseaux et Sens, ( Cfr. www.eprouverture.com/disseminazione/sips.php ) per i tipi dell’editore parigino Cerf, usciva Dieu et la pub, un libretto dalla forma quadrata.
 
Picasso dal canto suo, col cubismo, si direbbe che del quadrato, avesse voluto sviluppare anche la terza dimensione della profondità. E di ragione cubica risulta parlasse anche Rodin.

Ma anche la francese ’mitica’ Renault 4 veniva chiamata ’il cubo’. Chissà cosa combinava all’epoca Veltroni?

Più di recente abbiamo visto la nascita delle showgirl dette cubiste. In quegli anni Berlusconi apriva il famoso giornalino inviato a tutte le famiglie italiane con un suo commento all’erasmiano Elogio della follia

Dulcis in fundo, un doveroso omaggio a Michel Foucault, noto anche per il suo panopticon. Foucault rifletteva a sua volta sul cosiddetto quadrillage sociale. Chissà, forse anche Foucault si preparava a creare il suo cubo su myspace.com


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Ma, con la realtà, cosa centra tutto ciò? Come si lega almeno Un Po (entrambi maiuscoli e senza apostrofo il secondo)? 



A ben vedere, in questo assurdo incrocio di idee, possiamo scoprire risvolti impensati; risvolti che fanno del D-venire temporale una strana astratta storia, nella quale la quarta dimensione del tempo veicola e sviluppa la eterna trina dialettica degli eventi più ’forti’. "Oui et not" diceva appunto Mitterand.

E, tutto ciò, accade 

come se potesse esservi un qualche nesso fra quello ed altri internazionali Carrefour,
Come se, in quel senso, in giro per l’Europa si fossero sostituiti i classici incroci con qualcosa di meno squadrato, di più rotondeggiante.
Come se nel 1976 una romana Renault 4 modello parisienne avesse avuto qualcosa a che spartire con tutta questa mistica questione e le sue ’parallele convergenze’.
Come se, molti anni più tardi la Volkswagen si fosse pubblicizzata "al cubo".
Come se la piramide del Monviso, con la sua ’sorgente’, potesse rappresentare quello che Mircea Eliade chiamava il Dio-che-lega. Ma anche come se il bossiano dio Po, potesse richiamare la relazione fra una greca ’P’ e la sua circonferenza.
Come se P2 potesse voler alludere a 2 pi greco e magari anche al compasso.
Ma anche
 come se una rivista italiana si fosse chiamata OP.
Come se certi mixteriosi poteri si occupassero di questa assurda cosa...
Ma anche come se Masimo Cacciari, conoscendo Heidegger e Derrida e discettando fra l’altro di una ignota cosa ultima, stesse oggi sfogliando una margherita. Forse per capire se l’ama o non l’ama.
Come se un grande economista, nella sua cosiddetta ’bibbia’, avesse prospettato una creatrice D-istruzione, ma anche come se un Presidente del Consiglio, al tempo delle scelte avesse ’fatto sua’ l’’istruzione’ di quella D, con tutti i suoi contro e con tutti i suoi pro.
Come se qualche grande istituto di credito o qualche importante società finanziaria avessero chiamato le loro carte di credito o i loro conti anima ovvero esprit.


Come se esistesse una in-tera mon-diale semiotica del potere che, attraverso un mistico centro, guida tutto ciò. Chi è che qualcosa ne sa?



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