Qual è lo scopo del dubbio sulla non colpevolezza di Berlusconi?

par paolo
giovedì 8 agosto 2013

Se no, allora a che serve?

Partiamo da un principio logico. Raramente un imputato, reo di un delitto, si dichiara colpevole e, in ogni caso, qualora ciò avvenisse, non ci sarebbe la necessità di istituire un processo penale in quanto la confessione estinguerebbe, fatto salvi i coinvolgimenti di terzi, il percorso giudiziario. 

Nel processo Mediaset si è arrivati al terzo ed ultimo grado di giudizio, quello della Corte Suprema di Cassazione, proprio perché Silvio Berlusconi si è sempre dichiarato innocente.

Emessa la sentenza definitiva di condanna l'imputato diventa tecnicamente un pregiudicato, qualora ovviamente ne sussistano i rilievi penali.

In uno stato di diritto la sentenza definitiva può essere criticata, a maggior ragione dalle parti legali dell'imputato, ma andrebbe - uso appositamente il condizionale - comunque sempre rispettata. Mettendola in discussione, ovvero tentando di screditare i collegi giudicanti, si compie un vulnus alla democrazia.

Quello che sta avvenendo con la sentenza Mediaset è esattamente questo: l'imputato ed il suo entourage non accettano la sentenza e tentano di rimetterla in discussione, suggerendo pregiudizi persecutori di natura politica e profili di indegnità da parte dei giudici.

Lo hanno fatto con i sei giudici del primo e secondo grado (le famose “donne cretine di sinistra”), lo stanno facendo con i sei giudici della Corte di Cassazione. Dunque con tutti i dodici giudici che si sono pronunciati per un verdetto di colpevolezza.

Il Presidente di Cassazione, Antonio Esposito, quello che pronunciato la sentenza definitiva, da due giorni è sotto attacco concentrico del Pdl e dei media associati per una sua frase attribuita e riportata sul quotidiano Il Mattino. Sallusti lo ha bollato come “ubriacone, malvestito e animato da pregiudizio” .

Stesso trattamento riservato al giudice Mesiano (sentenza CIR -De Benedetti) beccato da Canale 5 mentre si recava dal barbiere. Ecco il bel servizietto : "... alle sue stravaganze ( ?) siamo abituati , eccolo davanti al suo barbiere, passeggia, è impaziente, aspira la sua sigaretta e ... poi su guardatelo seduto sulla panchina, camicia, pantalone blu, scarpe bianche e calzino turchese ...”. Mamma mia, che strano individuo, che stravaganze. Certamente non può essere un magistrato sereno. Quindi - ed ecco il passaggio logico deduttivo - la sentenza di condanna di risarcimento inflitta alla Finivest per la vicenda Mondadori (753 milioni di euro ) è una sentenza taroccata, non valida, inaccettabile.

Questo è il metodo, ma lo scopo? Non può essere quello di rovesciare una sentenza, malgrado lo strapotere politico di Silvio, fatta salva la corruzioni giudiziaria per la quale è stato condannato il suo avvocato Previti, neanche per lui è cosa possibile . Lui lo giudica un limite del sistema giudiziario e vorrebbe riformarlo ponendo i magistrati inquirenti al servizio del potere esecutivo, così che sarebbe per lui più agevole pilotare i processi, ovviamente quelli che interessano a lui.

Malgrado la contraddizione, come nel caso della Corte di Cassazione, dalla quale è stato assolto in altro processo (Mediatrade), per cui se vale il presupposto di tarocco nel caso di colpevolezza dovrebbe anche valere nel caso di assoluzione in una sorta di corrispondenza biunivoca , lo scopo è essenzialmente uno solo: alimentare l'immagine del perseguitato politico presso i suoi accorati sostenitori, pronti a credergli sulla parola, qualunque cosa, anche la più insensata od illogica, esca dalla sua bocca .

Il tutto ovviamente per alimentare il suo personaggio in chiave elettorale. Probabilmente secondo Euromedia Research della Ghisleri (il suo sondaggista personale) il ruolo di martire gioca a suo favore. Dopo la sentenza, nel famoso comizietto sul palco abusivo, dichiarò con una punta di commozione e sull'orlo del pianto: “Dopo venti anni di sacrifici spesi per il bene dell'Italia .. ecco come vengo ripagato” ( No comment) .

Insomma Silvio, prossimamente bandito come senatore sulla base della legge Severino del 2012, si sta preparando a togliere la fiducia al governo Letta. Lo farà quando i sondaggi gli daranno sufficienti garanzie di un successo elettorale, congruo ad una maggioranza di governo con i suoi vecchi compagni di merende. Lo farà quando avrà la certezza che il M5S sarà sufficientemente depotenziato o comunque avendo rassicurazione da parte di Grillo che nessuna alleanza “PD meno elle” e M5S sarà mai possibile.

Lo farà pilotando dall'esterno un suo consanguineo e con un nuovo (vecchio ) partito dal nome "Forza Italia”. Si vocifera di Marina Berlusconi ; a proposito perché non cita mai il figlio Pier Silvio? Che ha Pier Silvio che non va? Sembrerebbe una opzione più congrua per dare una spinta "virile” molto più in linea con il "machismo” di un attempato "tombeur de femme" come Silvio. Altro titolo di merito che si è guadagnato presso il suo surreale elettorato.

Tra pochi mesi (forse) sapremo.

 

Foto: Wikimedia

 

 


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