Questo governo non farà mai la legge elettorale, Berlusconi non vuole

par Camillo Pignata
giovedì 16 maggio 2013

Questa volta non si può fare lo scarica barile. Nessun partito può addossare all’avversario la responsabilità della mancata riforma della legge elettorale. Questa volta il colpevole di questo vulnus, di questo ennesimo schiaffo ai cittadini, ha un nome e cognome. La legge Calderoli favorisce i vincitori, e danneggia gli sconfitti. Secondo i sondaggi il PDL è il vincitore delle prossime elezioni,e come tale ha tutto l'interesse ad affossare la riforma elettorale.

Nella presentazione del programma dei cento giorni, Letta ha annunciato di voler procedere in tempi rapidi, ad un a nuova legge elettorale, per ristabilire la normalità della dialettica democratica.

Non esiste solo l’emergenza economica ma anche l’emergenza istituzionale.

All’annuncio di Letta, ha fatto seguito quello della Finocchiaro, che ha promesso, entro pochi giorni, la presentazione di un DDL che abroga la legge Calderoli e ripristina il “mattarellum”.

Ma questi propositi sono stati subito stoppati da Schifani, Quagliariello e Brunetta, con motivazioni pseudo dottrinali.

Prima le riforme costituzionali, e poi la legge elettorale.

Bisogna prima stabilire quale riforma istituzionale viene approvata, quella francese presidenziale o quella tedesca proporzionale, e poi fare la legge elettorale.

Il partito democratico propone di ripristinare subito il "mattarellum", e poi con calma definire una legge elettorale raccordata alla forma di governo.

Le motivazioni del PDL sono fondate sul nesso tra la legge elettorale e la forma di governo, nesso che non è ostativo al varo di una clausola di salvaguardia diretta ad evitare, in caso di improvvisa caduta del governo, il voto con il porcellum.

È vero, la legge elettorale si modella in funzione delle forme di governo, ma ciò serve ad ottimizzarla, e non è condizione che impedisce la sua emanazione.

Il fatto è che Berlusconi non vuole il varo di questa riforma. Il cavaliere è avanti nei sondaggi, pensa di vincere le prossime elezioni e non si priverà mai dei vantaggi offerti dal “porcellum” al vincitore.

Peraltro non corre il rischio di vincere, e non governare. Il PDL ha una riserva di voti in Lombardia, Veneto e Sicilia, che gli consente di avere la maggioranza al Senato e quindi di governare in caso di vittoria.

E d’altra parte, prima delle elezioni, è probabile che Napolitano si dimetta, dando il via alla procedura per la nomina del nuovo presidente.

Con il “porcellum” il PDL riceverà alla camera un forte premio di maggioranza, che gli permetterà di controllare le elezioni del capo dello stato.

L’abrogazione della legge Calderoli gli sottrae questo potere. E il cavaliere non intende farne a meno. 


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