Profumo entra in politica

par Giacomo Lagona
venerdì 2 settembre 2011

Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di UniCredit, ha praticamente deciso il suo futuro: entrerà in politica ricoprendo l’incarico di ministro dell’economia in un ipotetico governo centrista con Casini leader.

Dopo Montezemolo un altro riccone della finanza italiana decide di darsi alla politica. Ma dove è nata la decisione di scendere in campo? La proposta – perché è di questo che stiamo parlando – è nata durante la festa dell’Api di Rutelli a Labro (un paesotto di 350 anime nel rietino) in cui l’ex ad si dice pronto a “mettersi in gioco, perché la passione non manca”.

Sulla manovra Profumo critica duramente Tremonti perché «non è assolutamente adeguata nelle quantità», e sulla patrimoniale si trova d’accordo con il presidente della Ferrari: «serve una patrimoniale molto rilevante per abbattere lo stock del nostro debito». Continuando con le critiche al ministro dell’Economia, Alessandro Profumo chiede di «rivedere la spesa pubblica uscendo dalla mentalità del tagli lineari per operare invece tagli qualitativi, ma tutto questo richiede una forza politica che non esiste assolutamente. La situazione è insostenibile».

Da questa risposta arriva la domanda clou: “Una nuova forza politica?” La risposta non si fa attendere: «a 54 anni mi metto in gioco se c’è bisogno di un contributo per far funzionare le cose. La passione non manca».

Dunque al momento abbiamo due principi della finanza italiana che scalpitano per fare politica: Luca Cordero di Montezemolo, che con la sua fondazione Italia Futura da due anni si occupa di politica anche se solo con funzioni esterne; e Alessandro Profumo, che dopo aver lasciato UniCredit con una buona uscita di 40 milioni di euro si dice pronto a “mettersi in gioco” per il bene del Paese.

Profumo ha votato alle primarie del Pd e proprio all’interno del Partito Democratico si era parlato più volte, soprattutto da Veltroni, come il possibile “Papa straniero” che avrebbe risollevato le sorti del Belpaese (e del Pd).


Alle ultime amministrative, pur con molta discrezione, è stato al fianco di Giuliano Pisapia contro Boeri e quindi contro l’establishment del Pd meneghino.

Nella giunta milanese l’assessore al bilancio è Bruno Tabacci, amico di vecchia data di Profumo, al quale, proprio da Labro, ha dato la disponibilità per una collaborazione duratura.

Le reazioni dell’opposizione, naturalmente, sono omologate e tutte positive.

PierFerdinando Casini è il leader che si sbilancia di più: «Profumo ha un sacco di soldi, ha lavorato bene. È uno degli uomini più intelligenti del Paese: fai politica!» Il leader del Terzo Polo poi si sbilancia proponendolo addirittura come Ministro dell’Economia.

Peraltro c’è da dire che chi ha sentito i fuori onda di Labro, è arrivato alla conclusione che l’entrata in politica di Profumo non sarebbe come quella affibbiata a Montezemolo – alla Berlusconi, per intenderci – ma per una formale disponibilità in caso di governo tecnico guidato dalle opposizioni. Quindi lungi da una vera e propria discesa in campo come si potrebbe intendere dai giornali.

Del resto il tempo c’è, e se la manovra venisse approvata in tempi rapidi anche la futura carriera politica di Alessandro Profumo sortirà l’effetto del classico venticello estivo che spazza via le poche nuvole.


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