Prof. umilia ragazza ebrea: "Se fossi stata ad Auschwitz saresti stata attenta"

par Luca De Cristofaro
venerdì 5 aprile 2013

È successo un sabato di ottobre dell'anno scorso, nella capitale, in un'aula del liceo artistico 'Caravillani', in piazza Risorgimento. Alla studentessa ebrea, rientrata in aula, dal bagno, per via di un forte mal di testa, ha risposto così la sua prof di matematica: "Se fossi stata ad Auschwitz saresti stata attenta". Accusata subito di razzismo la professoressa del liceo romano. 

La professoressa, prossima alla pensione per raggiunti limiti d'età (settembre), ha giustificato quanto detto così: "Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c'è più la disciplina di una volta". Si è difesa così, ma non le è bastato poiché la ragazza offesa, insieme ad altri due studenti, hanno minacciato di disertare le lezioni.

La preside, a quel punto, ha aperto un'istruttoria e convocato professoressa, alunna e madre della giovane. In quell'incontro, tenutosi lo scorso gennaio, la prof, che nel frattempo aveva deciso di mettersi in malattia, per un mese, a causa del clima infuocato, ha dichiarato: "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato, dove regna l'ordine". 

All'incontro ha partecipato anche Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, che, ha preso posizione nella triste vicenda. 

La studentessa aveva chiesto di uscire soltanto perché distratta a causa del dolore alla testa. Ma non ha convinto la prof che, al rientro dell'alunna, ha pensato di farle un rimprovero choc.

Ieri i compagni di classe della ragazza, schieratisi fin dall'inizio dalla sua parte, sono stati ricevuti dal presidente della comunità, presso il museo ebraico, che ha elargito loro un plauso: "La cultura di questi ragazzi che sconfigge l'indifferenza - ha detto Pacifici - credo che meriti di essere premiata, come accade ogni 27 gennaio al Quirinale. Come comunità ebraica ci faremo promotori di segnalare questo splendido episodio di altruismo alla Presidenza della Repubblica".


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