Processo a Berlusconi: la diatriba tra politici e magistrati

par antonio cianci 251039
mercoledì 17 luglio 2013

Facciamo un’ipotesi estrema.

Berlusconi viene condannato, fa cadere il governo, i mercati non travolgono il paese, il presidente Napolitano scioglie le Camere, si tengono nuove elezioni politiche, il Cavaliere le vince, ottiene una maggioranza adeguata e ridiventa Primo Ministro.

Tutto ciò basta a fermare il corso della giustizia e ad evitare i processi per il solo Berlusconi? Evidentemente no! Ed allora perché l’on. Schifani ed altri componenti del centro destra continuano ad asserire che la condanna di Berlusconi porrebbe fine alla collaborazione di governo?

È arroganza, presunzione, ricatto o che cos’altro? Tutti questi tentativi di condizionare la magistratura o spaventare il governo mi sembrano pistole scariche.

La giustizia si è messa in moto da tempo e non può, pur se lo volesse, arrestarsi, perché i processi a Berlusconi sono ormai sotto la lente di tutti gli osservatori nazionali ed internazionali ed anche dei semplici cittadini, che non tollerano più i privilegi di chicchessia, né le disparità di trattamento tra poveri cristi e potenti di turno.

La storia dei rapporti o delle diatribe tra entourage berlusconiano e magistratura hanno stancato un paese sfiancato da ben altre difficoltà. È diventato uno spettacolo stucchevole ed insopportabile.

I faziosi di turno parlano di riconciliazione, addebitando all’azione dei giudici la responsabilità di ostacolarla. Anzi qualcuno avanza la proposta di chiudere la ventennale querelle con la grazia a Berlusconi.

Ma riconciliazione di un paese significa mettere da parte ogni partigianeria, per una proficua collaborazione a tutti i livelli per risolvere i drammatici problemi del Paese, e non preoccuparsi di risolvere quelli di un privato privilegiato e potente o, addirittura, impedire l’accertamento e la sanzione dei suoi guai giudiziari.

Un Paese che continuasse a tollerare tutto questo, a cui assistiamo da vent’anni, non è né libero, né democratico. Ed una classe dirigente, che da decenni continua a fornire un tale inverecondo spettacolo, ignara talvolta delle conseguenze di tutto ciò, è indecente, irresponsabile e stupida.

 

Foto: Wikimedia


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