Processate Adele Gambaro. Il M5s tra idolatria del capo e accuse

par paolo
sabato 15 giugno 2013

La senatrice è accusata del reato più grave per un aderente al M5S, ossia quello di avere messo in discussione la guida suprema Beppe Grillo.

Tutti i media hanno riportato l'intervista che la senatrice del M5S ha concesso ad Andrea Bonini di Sky TG24. In essa la Gambaro imputa esplicitamente agli eccessi verbali di Beppe Grillo la causa della disfatta elettorale nelle ultime amministrative. In sostanza il comandante unico comunica male e questo è diventato un problema per il movimento.

Beppe Grillo ha subito reagito, prima a stretto giro sul suo blog in cui sollecita una specie di referendum autocelebrativo su di lui, poi in un post successivo più articolato intitolato: "Quando uno vale niente", chiara antitetitesi di "uno vale uno" che è il motto del movimento, attacca duramente la senatrice accusandola di ingratitudine, "Onorevole per chissà quali fortune, quali divine investiture...", di tradimento e interesse privato "usa il movimento per autopromuoversi", concludendo con la classica scomunica di rito: "la invito per coerenza ad uscire al più presto dal M5S" .

Ma la senatrice, che è di razza emiliana e quindi piuttosto tosta, reagisce duramente chiedendo a Grillo scuse pubbliche per averla ingiuriata e minaccia nel contempo querela per diffamazione. Ovviamente non intende assolutamente dimettersi. Ho avuto netta l'impressione che stavolta Beppe avrà a che fare con un osso duro, dal momento che la signora, tutt'altro che sprovveduta, è pronta a sfoderare le unghie e a graffiare.

A questi punti, dopo l'anatema del capo, scatta il provvedimento e lunedì 17 p.v. si riunirà il "tribunale pentastellato" per esprimere la sentenza. Presidente probabilmente lo stesso Grillo, pubblica accusa i due luogotenenti novelli capogruppo alla Camera ed al Senato, Riccardo Morra e Nicola Nuti. Commissione giudicante guidata dai due ex capogruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi che, nelle loro dichiarazioni, come nei tribunali che non fanno dormire Silvio Berlusconi, hanno già auspicato la sentenza di condanna. Insomma un tribunale in cui l'imputato può soltanto sperare nella clemenza del giudizio, sperando che i "dissidenti" - si parla di una trentina - facciano sentire la loro voce a difesa della senatrice.

Stando ai resoconti dei commenti apparsi sul blog, la stragrande maggioranza dei seguaci di Grillo attacca la Gambaro definendola "ingrata, sabotatrice premeditata e pazza scatenata". Insomma tutto come da normale prassi, i talebans grillini non ammettono strappi alla fede nel loro guru, unica voce riconosciuta ed unica verità assoluta. Loro la chiamano "democrazia liquida" o web-democracy, io propenderei per setta, partito monoteista o seguaci del santone, ma è una questione di diversa concezione della democrazia.

E così, giorno dopo giorno, quello che è stato un movimento che ha acceso le speranze di molti italiani delusi dalle schifezze della partitocrazia sta tristemente sfarinandosi tra espulsioni, abbandoni, scambi di accuse e meschinerie che, alcuni mesi orsono, nessuno avrebbe potuto neanche lontanamente immaginare. Certo che ci fosse qualcosa che non andava era palese e lo abbiamo ripetuto alla noia, ma che si arrivasse a questi livelli così rapidamente è stata una sorpresa.

La ciliegina sulla torta c'è la messa uno dei nuovi capogruppo, ovvero Riccardo Nuti, parlamentare siciliano del M5S, che in un post su Facebook (i grillini comunicano solo online) se n'è uscito con questa affermazione: "Il livello di attacco al M5S si è alzato e mira diritto al cuore del Movimento. Sappiamo con certezza che è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari... non avremo timore a fare i nomi".

E così siamo arrivati alla sindrome da accerchiamento; il mondo corrotto della fetida politica attenta alla purezza del Movimento con le vecchie armi che le sono proprie, subdole ed efficaci. È implicito che il "cuore del Movimento" è Beppe Grillo e colpito lui è la fine di tutto. Se parlavamo di partiti personalistici a proposito di Di Pietro e Berlusconi, qui siamo alla quintessenza del personalismo eletto ad una dimensione trascendente. Siamo passati alla idolatria, all'adorazione del feticcio ridotto a sembianze umane.

Ovviamente subito Vito Crimi ha confortato la tesi del collega, sostenendo come argomento probatorio che il fatto sussiste perché è già avvenuto in passato, tesi affascinante che farebbe impallidire qualsiasi giurista. Per inciso, secondo i deputati del M5S Alessio Tacconi e Francesco Campanella, Riccardo Nuti, evidentemente in frenesia di compiacere il capo, starebbe spargendo fumo con l'intento di confondere un po' le acque.

Intanto Pippo Civati, che evidentemente si è sentito tirato in ballo come PD, ha detto: "Subito fuori i nomi o tacere", mentre Laura Puppato ha definito "oscenità letteraria il fatto di ritenere normali colloqui tra parlamentari come tentativi di compravendita".

Vedremo come si concluderà il tribunale della Santa Inquisizione Pentastellata ma è del tutto evidente che qualunque sia la sentenza per la senatrice Gambaro, ormai il condannato eccellente è Beppe Grillo, comico di lungo corso, che Roberto Fico, neo presidente in quota M5S della Commissione RAI, ha celebrato come: "Patrimonio dell'umanità, come le Dolomiti, la Costiera Amalfitana o la musica", diventando così la Michaela Biancofiore del M5S, quella berluschina assatanata e televisivamente straripante che voleva che Silvio Berlusconi venisse santificato come "patrimonio dell'Unesco". Oh madonnina bella fammi una grazia!

Ma di gente normale in giro non ce n'è più?


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