Prima o dopo arriveranno queste elezioni, che piaccia oppure no a Fitch

par Andrea Prati
mercoledì 29 agosto 2012

Dopo innumerevoli dichiarazioni e smentite dei leader di partito sembra che stiamo arrivando al dunque per quanto riguarda una nuova legge elettorale. Settembre potrebbe essere il mese giusto per archiviare l'odiato ma non troppo "porcellum". Intanto le agenzie di rating fanno sapere che gradirebbero un Monti bis.

La vignetta di Staino pubblicata sull'Unità riassume efficacemente la situazione in cui si trova la politica italiana. La temperatura inizia a surriscaldarsi ma non certo per Lucifero o per qualche altro suo compare agostano: il tempo inizia a stringere e la pausa "tecnica" che ci siamo presi come paese inizia a diventare sempre più breve. I mercati stanno alla finestra, ormai unici giudici del giusto e sbagliato e ci fanno sapere, per tramite di Moody's e Fitch, che gradirebbero un altro governo Monti per il 2013. Per cui, partiti italiani che state lavorando incessantemente a trovare la quadra per una nuova legge elettorale non potete non tenere conto di questo giudizio! E lo stesso vale per voi elettori che volete voltare pagina, con questo governo dei professori, non rovinate il buonumore dei mercati con il vostro voto, con l'esercizio più alto dell'ordinamento democratico. I mercati potrebbero non capire!

Voci di corridoio parlano di un ritorno al proporzionale con sbarramento al 5%. Per cui ogni partito correrebbe da solo e quello che avrà la maggioranza relativa dei voti, guadagnerebbe un premio del 15% - dunque più seggi - e questo sarebbe il risultato voluto dal PDL. Mentre le preferenze non gradite dal PD, sarebbero sostituite dall'introduzione dei collegi uninominali, i quali, però, andrebbero ridisegnati sulla base dell'evoluzione demografica del territorio italiano. I vecchi collegi si basavano sul censimento della popolazione del 1991, per cui non più attuali dopo oltre vent'anni. Continuano le voci di corridoio, le quali dicono che la nuova legge elettorale sarà pronta per fine settembre ma se dovessero essere rivisti i collegi, occorrerebbe dell'ulteriore tempo per questo; marzo o aprile del 2013 dovrebbero essere i mesi propizi per queste tanto auspicate, temute, odiate elezioni politiche. 
 
Non sono un esperto in leggi elettorali ma un discreto osservatore dei fatti, questo sì, concedetemelo: potrei anche scrivere cose totalmente sbagliate, smentite nell'arco di uno due mesi dalle cronache politiche ma vediamo ora di fare lo stesso qualche considerazione sull'argomento. È fuori dubbio che gli sherpa dei partiti, anzi meglio di PD, UDC e PDL, stanno lavorando ormai da tempo per trovare un'intesa che vada bene a tutti e tre. Nessun partito è disposto a concedere nulla senza avere una contropartita. Gli altri sulla base della legge verrà "partorita" dovranno fare le loro valutazioni in termini di alleanze o meno. Parlo di IDV, M5S, Lega Nord ed eventuali nuovi soggetti politici all'orizzonte. Per cui sarà una legge tagliata su misura, come un abito, per chi a tavolino la sta studiando. Mi auguro che in questo "nuovo vestito" anche il paese possa sentirsi a suo agio. 
 
L'altro ieri le dichiarazioni di Enrico Letta parlavano di un accordo già fatto mentre Gasparri ha smentito. Intanto lo scioglimento delle camere anticipato, prerogativa del Presidente Napolitano, nelle parole di Berlusconi si avvicina e si allontana a seconda del sondaggio del momento in suo possesso. Aggiungo poi le elezioni in Sicilia per la regione, le quali saranno un banco di prova importante in vista di quelle nazionali e non è detto che qualche ripercussione sui futuri assetti nelle alleanze dei partiti, si potranno manifestare, qualora il risultato non dovesse corrispondere alle volontà dei partiti. 
 
Scritto questo, una cosa mi viene da dire a riguardo. Il ritorno al proporzionale come si vocifera è una presa di coscienza della "strana maggioranza" che la stagione del bipolarismo in Italia è terminata. È un modo per garantire una certa governabilità al paese, cosa che non accadrebbe con il porcellum. La recessione economica, un autunno con temperature luciferine sul fronte lavoro, gli euro-tentennamenti dei leader europei nel trovare gli accordi giusti per cambiare rotta influiranno inevitabilmente sul voto italiano. Quello che però tenevo a precisare è che un ritorno al proporzionale è comunque un salto all'indietro: alla fine se l'accordo di governo viene dopo l'elezione, potresti votare PD e veramente trovarti di nuovo Monti o Passera come Presidente del Consiglio invece di Bersani. O mi sbaglio?
 
Mi devo ricredere invece sulle preferenze, panacea di tutti i mali: può essere migliore la soluzione dei collegi uninominali per evitare l'influenza dei signori delle tessere, dei vari capi bastone capaci di muovere voti. Anche qui però i collegi non devono essere la scusa per averne di blindati, in cui sicuramente i soliti volti arcinoti avranno la sicurezza di un posto a Montecitorio. I collegi dovrebbero rappresentare la possibilità di avere un rappresentate frutto di una selezione attraverso primarie di partitoSelezione a monte e non a valle. Invece si inizia a parlare di provincellum, che rappresenterebbe il nuovo sistema per l'attribuzione dei seggi ,su base proporzionale. La somma dei voti dei collegi farebbe capo ad una circoscrizione più ampia e questo determinerebbe l'elezione di un candidato, non il totale dei voti che lo stesso avrebbe preso nel collegio.
 
In sintesi se questi elementi dovessero tramutarsi nella prossima legge elettorale il peso delle segreterie dei partiti nelle candidature e nella designazione del futuro premier è indubbio che sarà determinante. Più che restituire la facoltà piena ai cittadini attraverso il loro voto, di decidere il nuovo corso politico dell'Italia ho come l'impressione che questa prossima legge sarà un ennesimo tentativo di autoconservazione del potere. Almeno stando a quanto trapelato fino adesso. Altrimenti rimane sempre l'opzione Moody's come il buon Bobo di Staino dice a sua figlia nella vignetta.

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