Presentazione del presidio “Libera” Afragola-Casoria
par Vincenzo Fatigati
mercoledì 23 marzo 2011
Ieri 22 marzo 2011 (ore 17:30), nella biblioteca comunale di Afragola (Via Firenze), sì è svolto l’incontro di presentazione del presidio “Libera" Afragola-Casoria.
L’incontro è stato introdotto dalla prof. ssa Maria Saccardo, referente di Libera Afragola-Casoria; è intervenuto Geppino Fiorenza, referente regionale di Libera Campania, e il magistrato Marco Del Gaudio; gli interventi sono stati moderati dal professore Vittorio Mazzone, coordinatore del presidio Afragola-Casoria.
E’ stato un successo: la sala era piena di persone interessate.
Da decenni ormai , sui nostri territori, non si affrontava come priorità il problema criminale ad un pubblico trasversale: il degrado, la cattiva amministrazione unitamente all’invadenza asfissiante della criminalità hanno determinato un diffuso stato sociale di rassegnazione, o peggio di convivenza, di parte della cittadinanza con una determinata mentalità dedita al malaffare.
Ieri invece si è data una risposta positiva a chi spera ancora nella possibilità di riscatto e rinascita.
Come ha illustrato in modo brillante il magistrato Marco Del Gaudio, sancire il diritto nei nostri territori è certamente più difficile che altrove “ non siamo certo in Trentino Alto Adige”, per questo la lotta all’illegalità richiede più impegno e sforzo; Lui stesso, in quanto magistrato, si sente spesso isolato nel suo lavoro. E a chi gli domanda come avere ancora fiducia nelle istituzioni, dato che spesso alcune azioni di microcriminalità, come la pratica del “cavallo di ritorno”, vengono tollerate da taluni esponenti delle forze dell’ordine che invece di accogliere la denuncia consigliano di aspettare la telefonata di chi vuole patteggiare il prezzo della macchina rubata; il dott. Marco Del Gaudio risponde che bisogna continuare a “combattere” ogni giorno una piccola battaglia, lui prima di andare al lavoro si sente come se dovesse “andare in guerra armato di elmetto e baionetta”.
Poi si è soffermato sul nostro territorio, specificando la particolare declinazione criminale di questi comuni siti nella periferia nord di Napoli : Afragola e Casoria sono le capitali dell’usura.
Secondo alcune indagini, infatti, anche persone che potevano accedere facilmente al credito bancario, o che comunque non avevano urgente bisogno di denaro, facevano affidamento a camorristi per ottenere prestiti. Questo dimostra come questa sia diventata tragicamente una pratica abituale. Come quindi le istituzioni vengono percepite come assenti o lontane dagli interessi dei cittadini: difatti ,secondo un processo ancora in corso, due soggetti, a causa di una lite in merito ad una vendita, invece che fare affidamento ad avvocati , come dovrebbe accadere in un paese normale, si sono rivolte a rispettivi referenti camorristi: solo dopo avrebbero scoperto che questi due esponenti camorristici facevano parte dello stesso gruppo criminale e quindi entrambi si sono ritrovati alla fine vittime di estorsioni da parte dello stesso clan.
La repressione alla criminalità deve però essere agevolata dal governo: a tal proposito ha definito l'attuale riforma della giustizia tombale”,spiegando come c’è in giro molta disinformazione su queste tematiche. Un assoggettamento dei pm alla politica sarebbe appunto un “colpo tombale”. Se i pm danno indicazioni alla polizia penitenziaria è solo in virtù della loro indipendenza,e questa indipendenza è apprezzata in mezzo mondo: non certo vogliamo che “i boss si scelgano anche l’accusa.”
Un soggetto politico apartitico, come “Libera”, non vuole essere un elemento di frattura nel panorama politico , ma al contrario di unità delle diverse fazioni in campo: la legalità non è l’obiettivo di un partito politico, non è solo strumento di campagna elettorale, non puo’ essere l’espressione di una sola parte politica; ma deve essere la premessa di tutte le forze politiche. Deve essere l’elemento che unifica tutti, prima di tutte le divisioni. Riconoscersi nello stato di diritto e nelle istituzioni contro la criminalità è dovere di tutti.
Quest’evento ha avuto un significato profondo per la storia democratica della nostra città, è l’inizio di un percorso che speriamo si rinnovi prossimamente: la sua incisività e forza dipenderà in futuro dalla capacità di comunicazione, da quello che, questi tipi di incontri, possano rappresentare alla popolazione intera. Dal suo significato culturale: cosa quindi ci insegnano questi tipi di incontro? Perché incontrarci?
Noi ci incontriamo per:
- Per dire no a tutti quelli che vogliono marginalizzare il problema della criminalità a pochi esperti, addetti ai lavori, senza comprendere che invece è la priorità da affrontare in modo corale dalla totalità della popolazione.
- Per dire no a chi si rassegna accettando il tragico fatalismo del “è sempre andata cosi e andrà sempre cosi”. Non è vero: è possibile cambiare lo status quo solo se tu saprai essere presente.
- Per dire no a chi afferma che tutto sommato è inutile combattere le mafie con la cultura della legalità, perché si sa che lo stato è screditato in quanto rappresentato da individui dediti al malaffare. Non è una giustificazione: esiste una parte sana dello stato che resiste, che è pulita, che è con noi. Ci rappresenta. L’intervento del magistraro ci ha dimostrato questo.
- Per dire no a chi ritiene che esista un “camorrista perbene” che ci protegge. Noi non ci riconosciamo in questi disvalori, rifiutiamo quest’ossimoro e anzi noi vogliamo una terra “Libera” da camorristi.
-Per dire no a tutti quelli che affermano che siamo tutti uguali, senza distinzione. Non siamo tutti una grossa “Gomorra”; al contrario noi mostriamo la parte positiva di questa città, la parte che resiste.
-Per dire no a quanti credono che parlare di mafia significhi diffamare il proprio Paese , invece siamo certi che raccontare la storia criminale del nostro Paese è il primo passo per trasformarlo positivamente.
-Per dire no a quanti per indifferenza credono che il loro singolo interesse sia diverso da quello della collettività: siamo tutti su una barca che sta affondando, se non comprendiamo questo affondiamo insieme.
-Per dire no a quanti credono che il problema della macrocriminalità non sia connesso con quello della microcriminalità, e pertanto riguarda la società civile intera. La mafia si insedia in territori dove non ci sono regole. Partendo anche da queste piccole regole di legalità si costruisce un futuro migliore.
- Per dire no a chi vuole dividere ciò che giusto da ciò che convine, il diritto dalla politica. Le istituzioni dall’ interesse della collettività . La legalità è la premessa non l’obiettivo di un partito politico. Non facciamo campagna elettorale, vogliamo ripristinare lo stato di diritto: questo è dovere di tutte le forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni.
- Per dire no a chi con l’omertà cerca di lacerare i diritti democratici , a quelli che vogliono ottenere il consenso col silenzio, il rispetto con la violenza. Il potere con la forza. No: raccontare la verità ad alta voce è il primo passo per sancire lo stato di diritto in luoghi corrosi dall’invadenza criminale.
Ci incontriamo anche per dire sì
Per dire sì a tutti quelli che “per amore del mio popolo non tacerò", cioè a quelli che con umiltà e dignità si rendono conto che è possibile cambiare questa condizione, ed è possibile farlo solo se tutti sappiamo essere attori.
Qualcosa si sta muovendo, iniziamo a chiederci come è possibile cambiare insieme: quest’incontro quindi ci ha mostrato che esiste una possibilità reale di cambiamento e che questa possibilità dipende da te.
Gruppo ragazzi anticamorra di Afragola