Potremmo fare "causa allo Stato"?

par Antonio R.
lunedì 21 febbraio 2011

Come spiegare il rapporto di amicizia che lega Berlusconi a Gheddafi.

Questa volta potremmo essere noi a "fare causa allo stato". O quantomeno ad esigere delle scuse. Scuse da parte del governo italiano per averci esposti alla ennesima vergogna internazionale. Come spiega e giustifica ora il governo italiano i rapporti di amicizia con il governo libico?

L'amico dittatore Gheddafi che oggi reprime nel sangue la rivolta del suo popolo solo qualche mese fa veniva accolto come un eroe, uno statista, un prezioso alleato internazionale. Abbiamo condiviso ed assecondato tutti i suoi capricci, 200 hostess hanno assistito alle sue lezioni di islamismo, ai suoi giudizi sulla "troppa" libertà della donna occidentale. Le polemiche successive alla visita del leader libico furono tante e provenienti non solo dall'opposizione ma anche dalla chiesa e dal partito di governo "Lega nord".

Non siamo certo stupidi, sappiamo che i rapporti con la Libia sono da ricollegare ad interessi economici, per dirlo in parole povere si tratta del solito e "prezioso" petrolio. Ma quello che mi chiedo è perché esporre il paese a questa ennesima farsa a questa ennesima e pubblica vergogna accogliendo questo discutibile leader come un amico? Questo vorrei chiedere al governo italiano e in particolare al presidente Berlusconi.

Vorrei anche chiedergli cosa stia aspettando a prendere le distanze da Gheddafi in questo momento di genocidio, a dichiarare apertamente che i metodi repressivi sono contrari alla nostra storia e al nostro modo di intendere la democrazia, perché lo sono, vero presidente Berlusconi?


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