Porcellum e altre porcate

par Wrangler
mercoledì 24 giugno 2009

Il risultato refendario ci impone una riflessione sul sistema elettorale vigente e sul quadro politico italiano in generale. L’astensione record rappresenta un segnale incontrovertibile della fine di un ciclo. 

Il risultato del referendum elettorale rappresenta sicuramente la fine di un ciclo. Tre italiani su quattro si sono astenuti. Quali sono i motivi di questa clamorosa risposta. Qualcuno, come i promotori della consultazione, parlerà di scarsa copertura mediatica. Sicuramente quest’aspetto avrà influito, ma in piccola parte. Oppure la causa va ricercata nella latitanza dei partiti? Il PD si è espresso a favore del sì e sappiamo quanto abbia contato il centro-sinistra nell’affermazione del referendum di qualche anno fa sulla riforma della Costituzione. Lo stesso Berlusconi, nonostante i diktat leghisti, ha appoggiato apertamente il sì.

Le ragioni dell’insuccesso sono da ricercare, a mio avviso, nell’utilizzo sbagliato di uno strumento "rozzo" come il referendum per trattare una materia complicata come quella elettorale. La lunghezza dei quesiti la dice lunga sulla pretesa dei refendari.


Inoltre il referendum nonostante il vaglio della Consulta, si configurava a detta di molti, come manipolativo, in quanto avrebbe prodotto un aborto peggiore del Porcellum col risultato di dare uno strapotere incredibile al partito con maggiori consensi. Gli italiani hanno probabilmente capito tardi, ma meglio tardi che mai, che non siamo in Inghilterra. Da un punto di vista geo-politica la Repubblica Italiana somiglia molto di più alla Germania Federale. La folgorazione per il sistema maggioritario dopo il terremoto di Tangentopoli ha rappresentato un tentativo disperato per far risorgere un Paese la cui classe politica e i cui partiti erano stati pesantemente deleggittimati. E così si cominciò a ubriacarsi di termini e formule come la democrazia dell’alternanza, ci si rallegrava dei sindaci plenipotenziari e si tradiva in questo modo un tratto fondamentale della nostra storia sociale e politica, ovvero la rappresentanza garantita dal sistema proporzionale che anche oltremanica i Liberali ci invidiavano.

Gli esiti delle ultime elezioni politiche ed europee sono lì a dimostrare che il nostro non è un Paese bipolare o bipartitico. La tenuta di partiti come l’UDC, IDV, Lega Nord, la stessa sinistra radicale, dimostrano che è inutile e pericoloso insistere su questa strada. Il PD, non solo Berlusconi, ha grandi colpe per questa situazione.

Ricordiamo tutti la telenovela tra D’Alema e Franceschini fautori rispettivamente del sistema tedesco e di quello francese e in definitiva avallatori del Mattarellum prima e del Porcellum poi. E’ necessario ora più che mai che le forze al di fuori del duopolio PD-PDL, si coalizzino in Parlamente e nel Paese per riproporre una riforma elettorale degna di questo nome in sintonia con la nostra storia e con il Paese reale.

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