Poliziotti come "vocazione"

par Zag(c)
lunedì 20 dicembre 2010

Da qualche giorno passata la buriana degli "infiltrati", della violenza di solo pochi "provocatori" o del "Black bloc", ora è tutto un fiorire di racconti dalla parte dei "poliziotti", figli del popolo. Caso a se è la sceneggiata del fascista ministro della guerra, (che non voglio commentare, perché fascista e io i fascisti li ho combattuti e li combatto, fisicamente, personalmente, culturalmente, quindi non ne parlo; né di loro né chi, siano esse persone o istituzioni - li ha sdoganati sia come individui che come cultura.) 

E' la solita rigirata della frittata, cosa non rara, e da cui nessuno è immune o vaccinato. Ora la tesi, quasi velata e subdola, che è colpa di chi manifesta se il poliziotto è pagato 1200 euro al mese (che per chi fa ordine pubblico non è vero, e comunque da vent'anni che B. è al governo. Se avevano tanto a cuore il futuro dei poliziotti, perché non hanno dato loro aumenti?), è colpa dei manifestanti se lavorano con armi vetuste ed avariate? Senza benzina per i loro mezzi, con mezzi scassati e fermi per manutenzione ecc ecc; è colpa dei manifestanti se nelle loro mansioni di poliziotti vi è anche il rischio di subire violenza di piazza, che fa parte del loro lavoro il rischio. E' forse colpa dei manifestanti se fra loro vi sono precari quelli stessi precari per cui la Generazione "P" combatte e che essi stessi combattono contro i loro stessi interessi a manganellate o colpi di caschi? Per difendere chi li ha voluti e li vuole precari a vita?


Se veramente si sentissero calpestati, vilipesi, maltrattati, malpagati, sfruttati, utilizzati e strumentalizzati, dovrebbero prendere atto della loro condizione, e in massa, dovrebbero fare come alcuni di loro hanno fatto. Rivolgersi ai veri colpevoli della loro situazione. Invece che nascondersi dietro il fascista ministro della guerra, dovrebbero contro di lui rivolgere le accuse e le lagnanze che rivolgono contro i manifestanti. Dovrebbero ragionare contro il loro ministro padano che ha voluto (e che poi si è rivelato solo uno scoop elettoralistico) la formazione della pseudo polizia privata in concorrenza contro di loro, e che invece loro proteggono e difendono.

Ora non so se la campagna inscenata dietro diversi pseudonimi, (Drago, Leone, Mariospina) siano veri (dietro cui vi sono veri poliziotti) o solo manovra giornalistica a fini politici e mediatici. Ma io c'ero tra le file dei poliziotti (e parlo di carabinieri, di finanzieri, di poliziotti) pischelli, giovane reclute, con pochi anziani, e qualche panzone, il quale, più che abituato ad incitare "avanti savoia", preferisce un " famoce du' spaghi". La loro incazzatura era più contro chi li comandava, senza organizzazione, senza coordinamento, con armi avariate, con pochi mezzi e il gippone il più fornito aveva un quarto di serbatoio di benzina, che verso i manifestanti, che si, erano visti come l'avversario, il nemico, ma non ho sentito loro rabbia violenta come in altre circostanze e situazioni.

Se veramente i poliziotti volessero la considerazione di uomini del popolo, di figli di proletari, allora non dovrebbero parlare del loro lavoro come "vocazione", dovrebbero prendere coscienza della loro situazione e prendere le dovute conseguenze. Altrimenti saranno complici di quel potere che li rende schiavi e succubi e come tali trattati.


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