Più mercato o più Stato?

par Resistenza Internazionale
giovedì 26 gennaio 2012

Il governo Monti ha da poco lanciato le sue "lenzuolate" liberalizzanti, che sono diventate immediatamente la bandiera politica ed ideologica del governo. L'idea dietro le liberalizzazioni è chiara, smuovere blocchi di potere, rendere più flessibile il mercato, rilanciare l'economia.

Addirittura Monti ha parlato di una potenziale crescita del 10%, roba che neanche Berlusconi col suo milione di posti di lavoro. Cerchiamo di capire meglio. Che in Italia esistano delle corporazioni, non c'è dubbio, e questo è testimoniato dalla bassissima mobilità sociale. Giusto, dunque, intervenire. Peccato che però il ricorso al mercato e alla concorrenza non sia la cura giusta.

Basta pensare al Regno Unito, che proprio insieme all'Italia ha la più bassa mobilità sociale europea. Il mercato lasciato a se stesso non funziona, anzi, favorisce i più ricchi contro i più poveri. Un mercato regolato e con i giusti incentivi, invece, può sicuramente portare a dei vantaggi.

Pensiamo al caso simbolo, quello dei taxi. Che i taxi funzionino poco in Italia, è davanti agli occhi di tutti, ed un intervento liberalizzante che abbassi i prezzi è apprezzabile. Ma in un'ottica più complessa, per esempio con un piano integrato dei trasporti, che allarghi il mercato dei taxi a discapito di quello del trasporto privato. Città in cui viene disincentivato fortemente il traffico automobilistico sono indispensabili per migliorare la qualità della vita e diminuire l'inquinamento - magari con forti disincentivi per chi usa l'auto, tipo la congestion charge londinese.

Meno macchine, più trasporti pubblici, compresi taxi. Taxi che però devono al contempo diventare molto più a buon mercato di quello che sono attualmente, e lo si può fare liberalizzando ma anche cambiando la struttura proprietaria sul mercato. Tanti piccoli padroncini, il vecchio vizzo italiano, si fanno inevitabilmente guerra tra di loro - ed anche ora guadagnano poco.

Se le politiche pubbliche porteranno ad un allargamento del mercato, ecco allora che i ricavi pro-capite non diminuiranno anche in presenza di prezzi più bassi. Se poi si passasse a cooperative di tassisti, con l'eliminazione totale delle licenze, si potrebbero diminuire molti costi fissi e garantire le necessarie coperture per i soci, o i dipendenti. 
Questo è il compromesso giusto, migliorare i servizi con un piano generale e non sperare semplicemente che ci pensi il mercato. Politica industriale, si diceva una volta.

(di Nicola Melloni)


Leggi l'articolo completo e i commenti