Piemonte, stazione Vaticano. Un assegno per chi rinuncia ad abortire

par Salvio Kalamera
mercoledì 22 febbraio 2012

TORINO - In Commissione Bilancio arriva l'emendamento che farà discutere. Assegno anti-aborto: un contributo di 250 euro al mese per 18 mesi.

Dopo pochi giorni dalla bocciatura da parte del TAR del ricorso presentato dalle “Case delle Donne” contro il provvedimento che permette l'accesso alle associazioni anti-abortiste nei consultori piemontesi, dalla Regione Piemonte arrivano gli assegni anti-aborto.

Il 16 febbraio nella Commissione Bilancio è passato, con i soli voti del Popolo delle Libertà, un emendamento alla Legge Finanziaria regionale che introduce un sostegno economico per tutte quelle donne che rinunceranno ai procedimenti di interruzione volontaria della gravidanza (IVG), un contributo di 250 euro mensili per 18 mesi. Tuttavia, niente ancora è certo. L'emendamento dovrà passare nel Consiglio Regionale per essere approvato. 

Silvio Viale, consigliere comunale a Torino e "padre italiano" della Ru486.

La Lega Nord ha richiesto un vaglio dall'aula e si appresta a modificare l'emendamento per collegare il sostegno economico alle sole donne che risiedono in Piemonte almeno da tre anni.

Probabile spot pubblicitario del Popolo delle Libertà per sponsorizzarsi e farsi plaudere dalla curia torinese? Probabile. Andrea Stara, consigliere regionale del PD ha dichiarato che "si parla di generici impegni di spesa, che probabilmente non troveranno neanche la copertura finanziaria, come per i pannolini".

Tuttavia, non si può non notare che sui corpi delle donne si sta giocando una campagna ideologica e populista tra la Lega Nord e il Pdl che si danno battaglia da una parte per compiacere le gerarchie della curia torinese e della destra cattolica, dall'altra parte per riordinare le geometrie di maggioranza. In tal modo potrebbe essere vista l'assenza del voto della Lega Nord durante la Commissione Bilancio. Infatti, l'emendamento è stato presentato da Gian Luca Vignale di Progett'azione – Popolari Piemontesi, ovvero l'area del Pdl dissidente. Di certo il voto compatto e il sostegno a Gian Luca Vignale da parte del Pdl è stato tormentato: non è un caso che l'emendamento che sarà presentato dalla Lega Nord sarà firmato anche dal capogruppo del Pdl.

Silvio Viale, consigliere comunale a Torino e “padre italiano” della pillola Ru486, ha dichiarato che "come in Lombardia, anche in Piemonte monetizzare l’aborto si dimostrerà irrilevante sulla scelta di abortire. La scelta lombarda non ha mostrato differenze significative sull’andamento degli aborti. Già oggi il 10% delle donne che prenota l’IVG rinuncia all’intervento".

Le politiche della Giunta Cota stanno cercando inesorabilmente di intaccare, in maniera indiretta o diretta, il diritto della donna di autodeterminarsi. Le proposta puzza di demagogia: le chiamano politiche a sostegno della maternità per poi dimenticarsi di tutte le donne o le coppie che in difficoltà economica desiderano avere un figlio.

Nella Regione dei tagli alla Sanità e delle borse di studio il Vaticano sembra essere la prossima stazione.


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