Picchiare le donne con il permesso di tutti

par Samanta Di Persio
martedì 24 settembre 2013

Per l’ennesima volta la donna che mi abita di fronte viene picchiata, per l’ennesima volta i bambini gridano. Episodi che ho già ascoltato, ho già visto. 

Una notte sono stata svegliata dalla urla della bambina: “Papà, papà, smettila”. Qualcuno ha chiamato la polizia, mi pare di ricordare che fossero due uomini e una donna, un agente invitava la donna a rientrare in casa, dal marito. 

Le persone che erano accorse in aiuto erano sbigottite, qualcuno cercava di proteggere i bambini. Il picchiatore invece scendeva le scale e minacciava di ritornare e quando sarebbe tornato voleva trovare tutto in ordine.

Oggi la stessa scena: “Fra mezz’ora torno, ti voglio trovare a casa”. La donna era scappata fuori e raccontava fra le lacrime ai vicini ciò che era accaduto. 

Spesso le donne incontrano uno spaccato di società da orrore: il poliziotto, che conosce il marito noto imprenditore, i vicini che non spingono la vittima a lasciare il marito per dare un’infanzia serena ai bambini. Spesso le donne hanno paura perché non hanno soldi, un lavoro che permetta loro di essere indipendenti e troppo spesso i centri antiviolenza non hanno luoghi per ospitare le donne con i loro figli. 

Troppo spesso le forze dell’ordine prendono alla leggera le denunce delle donne. Troppo spesso le pene sono irrisorie e molto spesso chi aveva già picchiato, ucciso, una volta libero, torna a farlo.

Qual è il principale problema? La cultura!

 

Foto: Adhar/Flickr


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