"Petaloso": la nuova parola accettata dalla Crusca

par Andrea Campiotti
mercoledì 24 febbraio 2016

Secondo l’Accademia della Crusca, una delle più importanti istituzioni linguistiche d’Italia e del mondo, dobbiamo inserire una nuova parola nel nostro vocabolario, “petaloso”. Il tutto grazie all’inventiva di Matteo, un bambino di terza elementare della scuola elementare Marchesi di Copparo, in provincia di Ferrara.

Spiega la maestra della classe di Matteo – “Qualche settimana fa, durante un lavoro sugli aggettivi un mio alunno ha scritto di un fiore che era “petaloso”. Inizialmente l’ho segnata in rosso come errore ma poi la parola, benché inesistente, mi è piaciuta, così ho suggerito di inviarla all’Accademia della Crusca per una valutazione. Oggi abbiamo ricevuto la risposta, precisa ed esauriente. Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo”.

La parola “petaloso”, inventata da Matteo, ha ricevuto un riconoscimento da parte dell’Accademia dell Crusca la quale ha risposto all’alunno con una lettera: «La tua parola è bella e chiara», continua la Crusca che spiega come fa una parola ad entrare nel vocabolario. «Bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire “Com’è petaloso questo fiore!” o, come suggerisci tu, “le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”, ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano».

L’Accademia suggerisce infine a Matteo un libro, “Drilla”, di Andrew Clemens. «Leggilo, magari insieme ai tuoi compagni e alla tua maestra: racconta proprio una storia come la tua, la storia di un bambino che inventa una parola e cerca di farla entrare nel vocabolario».

Questa interessante vicenda ci fa riflettere su come la lingua, in questo caso, la lingua italiana, sia in continua evoluzione. Nuovi termini nascono, altri assumono significati diversi o sono riproposti. Basti pensare alle tante parole che sono nate con l’avvento di Internet e, in generale, delle tecnologie, e che sono ormai diventate di uso quotidiano.

Fino a qualche anno fa era impensabile ascoltare termini come “postare” cioè inviare un post in Internet’ (dall’inglese: “to post” = “inviare”, “pubblicare”), “downloadare”, ovvero, l’atto di scaricare un file sul computer. E poi ancora “taggare” usato quando “postata” una foto su un social network si menzionano persone che sono presenti in quell’immagine, “linkare” quando si condivide l’indirizzo internet di un sito, su un blog o su un social network (dall’inglese: “to link” = “collegare”) e poi “selfie”, una delle parole più amate e usate dai giovani, cioè un autoscatto realizzato solitamente attraverso uno smartphone o una fotocamera digitale e condiviso immediatamente sui social networks.

Non ci resta che aspettare di sentire “Com’è petaloso questo fiore!”

 

Foto: Brenn/Flickr


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