Pestaggio del giovane ghanese a Parma: l’alibi non regge

par Ivo Cappelli
giovedì 13 novembre 2008

Sono otto gli agenti della polizia municipale, più un ispettore capo e un commissario capo della polizia municipale di Parma, ad essere stati iscritti nel registro degli indagati presso la procura di questa città per il presunto pestaggio del giovane ghanese avvenuto il 29 settembre scorso.

Parma - il pestaggio del ragazzo ghanese che vede coinvolti 10 vigili urbani per percosse e calunnia nei confronti di Emmanuel Bonsu Foster questo il nome del govane immigrato di colore,che ne uscì con un occhio tumefatto.

Il 22enne venne fermato il 29 settembre con la falsa accusa di fare da "palo" ad uno spaccciatore.



Sono otto gli agenti della polizia municipale, più un ispettore capo e un commissario capo della polizia municipale di Parma, ad essere stati iscritti nel registro degli indagati presso la procura di questa città per il presunto pestaggio del giovane ghanese avvenuto il 29 settembre scorso. Il 22enne infatti, venne fermato nel corso di un’operazione antidroga." Ora la procura ha formalizzato i capi di imputazione nei confronti di chi ha organizzato, coordinato e diretto l’operazione antidroga e di chi ha eseguito il fermo e il successivo interrogatorio: percosse aggravate, calunnia, ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri d’ufficio, con l’aggravante dell’abuso di potere...", come afferma un noto quotidiano.

Pare infatti, secondo l’imputazione formulata dal pm Roberta Licci,che Bonsu non ha reagito con violenza quando è stato fermato dagli agenti in borghese, che tra l’altro non si sarebbero qualificati . Fermato e messo a terra dopo un tentativo di fuga e dopo che gli era stata puntata contro una pistola, il ghanese venne ammanettato mentre uno degli agenti gli avrebbe tirato un pugno nel fianco durante l’accompagnamento verso l’auto di servizio. Giunto poi al comando, i vigili avrebbero cercato di estorcergli la confessione " di fare da palo ad uno spacciatore extracomuntario, «asserendo falsamente di avere le prove della sua responsabilità. Mentre era rinchiuso in cella», si legge nelle ipotesi di reato della procura, Bonsu «veniva colpito con calci, pugni e schiaffi». Dopo essere stato portato negli uffici della polizia territoriale sarebbe stato fatto spogliare e, una volta nudo, costretto a fare ripetuti piegamenti. Trattenuto in centrale per quattro ore, senza che nulla fosse comunicato all’autorità giudiziaria, a un certo punto Bonsu si sarebbe trovato di fronte un agente con un modulo per l’autocertificazione in mano. Il vigile gli avrebbe detto che doveva firmare senza fare storie, «anche si fosse trattato della sua condanna a morte». Il sospetto degli inquirenti è che i dieci indagati, con diversi livelli di responsabilità, abbiano cercato di coprire l’errore del fermo e chi lo aveva commesso. Martedì il sindaco di Parma, Pietro Vignali, in consiglio comunale aveva reso noto i risultati dell’indagine interna (diversa da quella penale della procura). Il sindaco ha riferito di «comportamenti che possono determinare censure e azioni disciplinari, oltre che il trasferimento ad altre mansioni de vigili urbani coinvolti, cosa del resto già sviata.


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