Perché vincerà Grillo (e un modo per sconfiggerlo)

par Fabio Chiusi
venerdì 20 aprile 2012

Non amo le profezie, ma credo che il Movimento 5 Stelle sia nelle condizioni sociali e politiche per fare un risultato clamoroso. Seconda profezia: credo che esista un modo, uno solo, per impedire che ciò avvenga. Mi spiego. Nel mondo, Italia compresa, la trasparenza radicale attraverso Internet – buona o cattiva che sia – sta diventando una richiesta di base della popolazione nei confronti del potere: il M5S ne fa un pilastro.

Monta l’insoddisfazione contro gli eccessi della finanza e dell’iperliberismo: il M5S ne fa da sempre un cavallo di battaglia, e parla di decrescita. L’Europa e il suo rigore piacciono sempre meno: il M5S vuole uscire dall’euro e non pagare il debito. Il nucleare non piace: il M5S è contro. L’acqua si vuole pubblica: altro pilastro. Le sparate generano attenzione mediatica: servono per rimanere in vista, e Grillo assicura infinità di inutili dibattiti sul suo linguaggio.

Poi c’è l’elefante nella stanza: la fine dei partiti. Che non è solo il taglio dei costi della politica, ma il taglio di un modo di fare politica. E’ la forza e la debolezza del Movimento: proporre un’idea radicalmente alternativa di società, che è anche e soprattutto un’alternativa nella gestione del potere. E’ la forza, perché in questo momento storico e politico il M5S è l’unico ad avere una visione progressista, una guida al cambiamento. La destra è incastrata al neoliberismo e alla conservazione dei valori della società tradizionale; la Lega ha un sogno che in vent’anni è diventato un incubo – ed è politicamente svanito; la sinistra è perfino più conservatrice della destra, e chiede – quando è in grado di chiedere qualcosa – semplicemente che la società e la gestione del potere e della cultura restino gli stessi di venti-trent’anni fa.

Ma per il M5S è anche una debolezza: perché è una visione facilmente assimilabile, nei suoi punti più forti, da un qualsiasi partito abbastanza accorto. La trasparenza diventerà presto uno standard, non un di più. I tagli ai costi della politica, pure. E un qualche cedimento nella gestione del potere dovrà esserci – pena dare troppi consensi proprio a movimenti come quello di Grillo. Con un po’ di fantasia, e di cinismo elettorale, uno qualunque dei grossi sfidanti potrebbe rinnovarsi quanto basta per togliere il motore alla locomotiva a cinque stelle. Resterebbero l’opposizione alla finanza e all’Europa: ma non credo basterebbero per mantenere l’eccezionalità attuale del M5S, né l’interesse che sta montando nei suoi confronti.

Per i partiti la strada è segnata, ed è un bivio. Una via porta alla conservazione, alla DC sotto falso nome, alle riforme per finta, e finisce in un burrone. L’altra al rinnovamento, inglobando il meglio del grillismo e ignorando, senza grosse difficoltà elettorali, il resto. Magari sostituendolo con una qualche visione di fondo dello stare insieme che non puzzi di morto. Questa strada è l’unica, credo, che li mantenga in vita, e lasci il M5S confinato alla storia di un successo, ma tutto sommato marginale – come adesso. E’ la strada più difficile, ma ha un pregio teorico: funziona. Nella prassi, beh, quello è un altro discorso.


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