Perché in Cile protestano il 29 marzo?
par Marco Maria Donnarumma
sabato 13 aprile 2013
Il 29 marzo del 1984, durante l'attacco alla MIR della Subcomisaría Tenente Merino nel comune di Pudahuel, a Santiago, viene assassinato Mauricio Maigret Becerra, un miliziano di 18 anni che copriva la ritirata del suo "capo" e dei compagni del posto. Maigret fu colpito da due pallottolle, uno di un fucile SIG ed un altro di una sub-mitragliatrice UZI.
Per motivi che non sono ancora chiari, quel giorno i poliziotti del settore escono con un armamento che non corrisponde ad una ronda comune, e dopo l'inseguimento al gruppo di "miristi" a piedi e in veiculo, spararono assasinando Eduardo e ferirono gravemente Rafael che poi portarono nel furgone poliziesco e ammazzarono con uno sparo alla nuca. Degli altri quattro compagni, tre scapparono e una, la fidanzata di Eduardo, riuscì a nascondersi in un magazzino vicino ai vicini della villa che circolavono per il posto.
Quello stesso giorno, Paulina Aguirre Tobar, studentessa del Velntin Letelier e militante del Mir, è assasinata per mano della CNI (servizi segreti cileni durante la dittatura di Augusto Pinochet) in un falso fraintendimento nella casa di sicurezza che affitava, alcune ore dopo l'assasino dei fratelli Vergara.
Da quell'anno e senza cessare mai, ogni 29 marzo in diverse popolazioni ed università del paese cileno si protesta; affrontando i poliziotti, irrompendo nella quotidianità dei "cittadini", bloccando la strada, gridando e dimostrando tutto il malessere che ci pesa, nel corpo e nella mente, con questo sistema di fame, di sfruttamento e miseria.
E non bisogna portare le candele ai morti, molti diranno che non ha senso, però non bisogna smettere di ricordare che la nostra realtà come giovani e come esseri umani anche, sfruttati, emarginati e perseguitati, non è cambiato da allora, meno ancora con la perpetuazione del sistema capitalista neoliberale che installò "Pinocchio" (Pinochet), i Chicago boys ed i suoi seguaci.
Alcuni si appellano alla nostra piena vita democratica, a quelli che lo dicono, bisogna solo rispondere che tra il 1990 e 1994 ci furono più di 170 persone detenute illegalmente accusate di praticare attività politiche e più di quattrocento mila detenuti per sospetti tra il 1990 e il 2000. In più trenta assasinati per mano della polizia tra il '90 e il '94, inclusi militanti del FPMR, Mapu-Lautaro, MIR ed anarchici, molti di essi nella cornice di montaggi e falsi confronti.
"Il giorno del giovane combattente" è un giorno di protesta che non appartiene ad un organo o a un partito ma esclusivamente ai giovani. E' un giorno di protesta per tutti quelli che vogliono distruggere e/o costruire, senza dimenticare che in tutti i nostri giorni possiamo fare una protesta, un cambiamento o trasformazione.
Ringraziamo la nostra amica dal Cile, Camilla Hildago, per questo splendido articolo.
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