Perché il cristiano non può richiamarsi al concetto di Natura, quando condanna l’omosessualità come un peccato

par Giancarlo
sabato 26 gennaio 2013

Ammettendo come presupposto che il cristiano ritenga la Natura l'ordine determinato del funzionamento del mondo imposto da Dio.

Il cristiano non può adoperare il concetto di Natura per suffragare proprie convinzioni o vari articoli di fede, a causa di varie contraddizioni o complicazioni, che ora analizzeremo.

1. Si ritrova prima di tutto una confusione di concetti completamente diversi. Il cristiano, in questo caso, sovrappone il concetto di Natura al concetto di Bene, senza alcuna giustificazione. La Natura è un organismo, che si regola attraverso il principio di causa ed effetto, determinato e, secondo gli evoluzionisti, continuamente determinantesi,che non è basato su alcuna idea intrinseca di Bene, ma principalmente sulla violenza, e sulla legge del più forte. Ciò è dimostrato in maniera lampante dalla sopravvivenza nel campo
naturale, dell'essere che noi definiamo più forte, ossia il più capace di adattarsi ai cambiamenti naturali. E questo non mi sembra lo stesso criterio sul quale basiamo la nostra vita sociale. Vediamo che il Bene, considerato da un punto di vista umano, non è qualcosa che si trova già nella Natura, ma è un concetto umano, che viene concepito e portato a termine dall'uomo, in questo caso con l'aiuto e la supervisione di Dio. Quindi è scorretto appoggiarsi alla Natura, per distinguere il Bene dal Male, concetti del tutto soggettivi, trascendentalmente parlando, anche se proveniente da Dio Padre.

2. Inoltre la Natura è concetto in sé contraddittorio e dialettico, in quanto, nel caso dell'uomo, essa presuppone e rende quindi necessari i concetti di civiltà e di tecnica, che potremmo vedere come opposti alla Natura. La Natura non ha fornito l'uomo dei cibi cotti, delle armi per difendersi dalle altre forze della natura,


delle capanne e delle pellicce per proteggersi dal freddo; quindi il concetto di civiltà, nella quale soltanto l'uomo si evolve, si emancipa dal determinismo naturale, e crea il concetto di morale, si contrappone spesso a quello di Natura, e anzi, quando dimentica le proprie origini, la distrugge senza troppi riguardi. Quindi, a meno che il cristiano in questione non voglia riproporre. Il mito rousseauiano del buon selvaggio e un ritorno globale alla Natura, non può utilizzare questo concetto a piacimento e poi liberarsene come niente fosse.

3. Questo è appunto il terzo caso. Il cristiano si appoggia sul concetto di Natura in questo caso, per suffragare questo articolo di fede. Ma vediamo come si opponga alla Natura in altri: nella necessità del sopprimere i più "bassi" istinti (naturali), che ci allontanano dalla nostra parte spirituale, quindi appartenente a Dio, e ci spingono verso la materialità e la dispersione dell'anima. Nel celibato, a causa del quale l'uomo non raggiunge lo scopo che la Natura gli ha imposto, ossia quello di propagare la propria specie, per dedicarsi al servizio pastorale. E primo fra tutti il fatto che, ripeto, tutta la morale, su cui si basa il cristianesimo e non solo, è qualcosa di assolutamente extra-naturale, sovra-naturale, che spinge l'uomo nella sfera del sovrasensibile, e soltanto lì l'uomo non è più essere naturale determinato causalmente, ma essere libero spiritualmente. Non porterò più esempi, in quanto credo che questi bastino.

4. Infine, per dirla con Spinoza, se Dio avesse creato il mondo, e gli avesse attribuito un ordine (che è quello naturale), Egli non potrebbe andare contro il proprio stesso ordine e sconvolgerlo a piacimento, come avviene con i miracoli. Se accadesse questo la scienza e tutte le sue sotto-discipline, tanto utili alla nostra civiltà, in quanto studiano, regolano e sottomettono la Natura per i nostri bisogni, non avrebbero più alcun senso; infatti il teorema di Pitagora potrebbe funzionare oggi e non domani, e da un giorno all'altro potremmo affondare dopo un tuffo senza il supporto del principio di Archimede. Questo è il ragionamento dello scienziato o del razionalista, che vede la natura come un ordine immutabile. Ma il cristiano, che crede possibile il libero
intervento di Dio, non conferisce tanta inflessibilità all'ordine naturale, ma anzi sostiene che Dio può violarlo, per via della Grazia e dell'Amore. Perchè non si potrebbe violare quest'ordine per venire incontro a un'esigenza importante come l'amore tra due persone, anche se dello stesso sesso?

Non voglio con questo giustificare l'omosessualità. Infatti non ho espresso alcuna opinione personale. Ma voglio solo dimostrare la contraddittorietà del cristiano quando poggia le dimostrazioni dei propri articoli di fede o dogmi, sulla Natura, essendo anzi la fede il completo opposto della Natura.


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