Per la dignità delle donne, non firmate l’appello di repubblica.it

par Giovanni Mistero
sabato 10 ottobre 2009

Per carità di Dio, donne: non firmate l’ennesimo appello di Repubblica.
Voi che siete l’altra metà del cielo; voi che da millenni portate avanti le famiglie, che accudite i bambini, che avete buon gusto nell’abbinare le cravatte al vestito, voi che lavorate tutto il giorno e nonostante questo la sera siete capaci di preparare la cena a figli e marito; che lavate, stirate, cucite, pulite; che portate avanti aziende giornali, società e uffici stampa…
 
Non firmate il nuovo appello di Repubblica. Lasciate perdere i Tre Giuristi, le Tre Donne. Contribuite col vostro rifiuto a portare un barlume di luce e saggezza nel giornalismo degli appelli e delle firme inaugurato da Repubblica. Lasciate vuote quelle caselle facili facili da riempire stando comodamente seduti davanti al pc, quei form con le righine in bianco dove inserire nome cognome e città di residenza. Una volta, per firmare un appello almeno si scendeva in piazza, si raggiungeva un gazebo, si lasciava un documento di identità per la verifica dell’autenticità della firma. La forza delle raccolte di firme sta nella sua straordinarietà, nel suo essere, etimologicamente, fuori dall’ordinario.

Ora Repubblica ha trasformato un gesto politico in una piccola incombenza telematica: due clic e la coscienza è tacitata, anche oggi abbiamo nutrito il nostro impegno. Non armeggiate col photoshop, anche questa volta, per inserire scritte o fotomontaggi sotto i vostri volti. Dopo i “Siamo tutti coglioni”, “Siamo tutti farabutti” non fatelo diventare il momento del “Siamo tutte offese”. Non appendetevi giocosi cartelli al collo, non fatevi foto ironiche e spiritose da lanciare sull’home page del sito. Il momento è troppo serio. Il volto e il corpo è il vostro, non è di Berlusconi ma non è nemmeno di Repubblica. Il viral marketing è comunicazione, voi siete persone. La faccia mettetecela nel vostro quotidiano, non nel loro quotidiano. I giochetti fotografici lasciateli a Youtube. Le firme intruppate sono materia di Facebook.

 
Soprattutto, non fate in modo che i vostri volti e i vostri corpi vadano a pochi pixel di distanza dal colonnino morboso di Repubblica.it, quello zeppo di backstage di calendari, donne nude, capezzoli, labbroni, tette, cosce un tanto al chilo.
 
È vero, Berlusconi offende le donne. Ma il colonnino di Repubblica.it che fa?
 
Tiratevi fuori da tutto questo. Ne avete il potere.


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