Per gli insegnanti restano gli scatti di anzianità, purtroppo
par Paolo Borrello
lunedì 16 marzo 2015
Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di riforma della scuola.
Diversi sono i cambiamenti previsti. Ma, diversamente, da quanto previsto inizialmente, agli insegnanti si continuerà a corrispondere gli scatti di anzianità. Di cosa si tratta? Agli insegnanti – sono rimasti gli unici dipendenti pubblici a godere di questo trattamento – vengono aumentati gli stipendi anche in modo automatico, con il passare degli anni di lavoro.
Tale prerogativa doveva essere eliminata, in modo tale che gli aumenti degli stipendi degli insegnanti dovessero dipendere solo dall’applicazione dei contratti e dal merito, in quest’ultimo caso cioè dalle valutazioni sulla qualità del loro operato.
E invece niente. Il governo ha fatto marcia indietro. Evidentemente temeva che l’abolizione degli scatti di anzianità, quindi di aumenti retributivi automatici e validi per tutti, avrebbe provocato le proteste degli insegnanti.
Quindi l’importanza del merito, delle valutazioni sulla qualità dell’operato degli insegnanti, è stata oggettivamente ridotta, rispetto all’impostazione iniziale della riforma.
Infatti con l’abolizione degli scatti di anzianità sarebbe state maggiori le risorse finanziarie a disposizione per premiare il merito.
Certo valutare l’operato degli insegnanti non è facile, è più difficile di quanto lo possa essere per altre categorie di dipendenti pubblici. Peraltro, spesso, anche la parte della retribuzione che dovrebbe premiare il merito, per i dipendenti pubblici per i quali è prevista, viene corrisposta, in realtà, senza tenere in considerazione i risultati effettivamente raggiunti.
Però, non eliminare un trattamento, che non può non essere considerato privilegiato, per gli insegnanti, dimostra che anche questo governo non ha il coraggio di realizzare alcune riforme che si traducano in notevoli cambiamenti della situazione esistente, come avvenuto in altri casi.
Un caso piuttosto eclatante è stato rappresentato dall’incapacità, fino ad ora dimostrata dal governo Renzi, di attuare un’efficace politica di spending review, di revisione della spesa pubblica cioè, volta ad eliminare, o quanto meno a ridurre considerevolmente, i notevoli sprechi che contraddistinguono le spese delle pubbliche amministrazioni italiane.
Io spero che, poiché è possibile che il Parlamento modifichi i contenuti del disegno di legge governativo di riforma della scuola, i deputati e i senatori eliminino gli scatti di anzianità per gli insegnanti. Sarebbe infatti un segnale importante della volontà di cambiare davvero, in misura non marginale, la situazione attuale della scuola italiana.