Per Marchionne un "lingotto" d’oro di stipendio. Aumentato del 50% in un anno

par Titti D’Apote
martedì 19 marzo 2013

Nel 2011 erano 5 i milioni di euro che erano toccati all'amministratore delegato Fiat come stipendio, già abbastanza alto da farlo entrare nella classifica dei top manager più pagati d'Europa. Nel 2012 il salario è cresciuto del 50%.

Ammonta ad oltre 7 milioni di euro, lo stipendio aggiornato maturato nel 2012 da Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat e Chrystler e presidente di Fiat Industrial. Cresciuto di oltre il 50% in un anno e mezzo, quello del top manager del Lingotto è tra i più alti del settore, pur restando dietro ai "colleghi" Martin Winterkorn e Alan Mulally, rispettivamete CEO di Volkswagen e di Ford.

Sette milioni, senza contare le azioni gratuite provenienti dal programma "stock grant" di Fiat Industrial e Fiat Spa, un tesoretto pari a 50 milioni di euro, che ha utilizzato solo in parte per pagare le tasse. Nel 2012 inoltre, è stato avviato un nuovo programma di assegnazione di azioni gratuite, dell'ammontare di altri 7 milioni, in parte già maturati dall'inizio dell'anno. E poi bonus e ancora tanto altro, un gruzzoletto da fare invidia a chiunque, ancor più agli operai che si trovano in cassa integrazione, o a quelli che si preparano ad andarci, per quasi l'intero 2014, come nel caso dello stabilimento a Melfi, per "necessaria ristrutturazione delle linee di produzione".

Chi lo sa, sarà stato quel +21% di vendite di casa Chrysler registrate in america nel 2012 o i meriti attribuiti dal Financial Times che lo definì "il maestro ristrutturatore"; di certo quando si sfiora uno stipendio annuo pari a quello di 5mila dei suoi operai Fiat (se si considerano 1400 euro di media con un contratto a tempo indeterminato), c'è da aspettarsi almeno qualche critica.



E in merito, ricordando l'intervista di Repubblica a Marchionne, Landini, segretario generale della Fiom, replicò all'amministratore delegato Fiat: "È inutile che cerchi di creare capri espiatori, il punto vero è che sta riducendo l'occupazione e gli stabilimenti. Ha chiuso Termini Imerese, Irisbus e la Cnh di Imola, quei lavoratori non sono figli di nessuno".

Quindi, ancora una volta, il tema sono gli stipendi ed il lavoro. Quest'ultimo vissuto da tanti, troppi italiani come il problema; un argomento largamente dibattuto da quel giovane volto italiano preoccupato per la crisi, per l'allargamento della forbice tra gli "strapagati" e gli "io speriamo che me la cavo". O per i rappresentanti in Parlamento, dal quale ci si aspetta sempre la mossa che dia il buon esempio.

 


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