Pensioni: le lacrime della Fornero. Anche i tecnici piangono

par Voltaire
lunedì 5 dicembre 2011

Nonostante sembrano sbarcati da un altro pianeta, nonostante abbiano assunto il compito di ministro con un piglio professorale, le modalità con cui i membri del governo Monti si stanno muovendo tra tagli, tasse, manovre e ristrutturazioni, ha qualcosa di inedito.

Ieri durante la conferenza stampa di presentazione delle misure contenute nella manovra finanziaria di 20 miliardi di euro approvata dal Consiglio dei Ministri, Elsa Fornero lo stesso ministro che il giorno prima aveva bacchettato una delegazione che stava incontrando in quanto composta da soli uomini, non è riuscita a controllare le proprie emozioni commuovendosi a favore di telecamere e fotografi. 

Il Ministro stava spiegando le misure introdotte al sistema previdenziale, quando alla conclusione delle parole "i vincoli finanziari oggi sono severissimi: nessuna riforma nell'anno della sua introduzione da risparmi. E' un meccanismo lungo. E allora abbiamo dovuto, e ci è costato anche psicologicamente, chiedere un sacr...", la Fornero visibilmente scossa non è riuscita a trattenere una reazione istintiva sgorgata in alcune lacrime tanto umane quanto apparentemente sincere.

Un pianto significativo la cui immagine spiega la situazione attuale molto più di tante parole spese in questi ultimi mesi.

Innanzitutto sfata la leggenda metropolitana secondo cui il governo dei tecnici messo in atto soprattutto dall’opera di Giorgio Napolitano sarebbe telecomandato a distanza da una regia occulta della finanza e dei cosiddetti poteri forti. Il governo attuale non è il frutto di una forza extra-nazionale impalpabile che mira a commissaria l’Italia, è fatto di gente in carne ed ossa, che sente il peso delle grandi responsabilità a cui sono stati chiamati, forse più e meglio di coloro che li precedevano.

Le lacrime della Fornero certificano inoltre in maniera inusuale e quantomai simbolica la gravità del momento che stiamo vivendo. Nessuna decisione è stata e sarà presa a cuor leggero. Se le misure che verranno intraprese saranno altamanete impopolari i protagonisti che le hanno volute, ci hanno messo comunque la faccia, parlando un linguaggio forse difficile da metamolizare ma con un alto tasso di verita’.

Sono lontani i tempi in cui facilmente si diceva: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani” mentre il paese affondava economicamente e politicamente, la crisi veniva taciuta e non poteva essere nemmeno nominata.

Sono lontani i tempi in cui nella sala stampa di Palazzo Chigi con fondali barocchi si decretavano i fasti ed i trionfi del berlusconismo. Mentre l’Europa ed il mondo intero ci guardavano con un misto di distacco e timore. In quanto siamo e restiamo una mina vagante ( pronta ad esplodere) nel cuore dell'economia mondiale.

Ve li immaginate La Russa, Alfano o Sacconi in preda ad una crisi di panico di fronte alle telecamere? No. Non sarebbe mai potuto accadere. Loro seguivano un altro copione adesso il reality è finito.

Oggi si piange al di là e al di qua dello schermo. Bentornati alla realtà. E' triste ma è meglio della finzione continua.


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