Pensieri ad alta voce sul ponte sullo Stretto di Messina

par Aldo Ficara
lunedì 23 marzo 2009

Penso ai dati dell’Enea sui movimenti verticali che indicano un sollevamento differenziale della sponda calabrese di circa 1,5 mm/anno contro 0,6 mm/anno della parte siciliana e dell’incertezza dei progettisti del ponte se si tratti di valori di spostamento continui o discreti. Penso ai dati satellitari sui movimenti orizzontali, indicanti la divaricazione fra Calabria e Sicilia, che procede senza sosta al ritmo di un cm/anno. Penso alle frane e agli scivolamenti gravitativi profondi specie sul versante calabrese, che possono identificarsi in frane colossali. Penso ai venti in quota che potrebbero rendere intransitabile l’eventuale ponte per circa un mese l’anno. Penso che il ponte è un pendolo, che può oscillare liberamente con un’ampiezza di svariati metri.


Poi mi tranquillizzo, per quanto riguarda l’allontanamento improvviso delle coste, perché i giunti posti alle estremità dell’impalcato sarebbero in grado di assorbirne lo strappo. Ricordo che i giunti servono a compensare la dilatazione termica delle parti metalliche del ponte e nelle giornate molto calde l’intero impalcato può allungarsi di quasi sette metri. Ricordo ancora che ciascun giunto è fatto come una coppia di pettini con i denti intersecati che possono scivolare allontanandosi reciprocamente fino a tre metri e mezzo. Ma ricado ancora nei miei pensieri: che cosa accadrebbe se il terremoto si verificasse in una giornata fredda, quando il ponte è al minimo della sua dilatazione termica e i giunti fossero a fine corsa? In tal caso, ovviamente, i giunti si romperebbero, e l’impalcato si spaccherebbe. Il ponte resterebbe in piedi, perché sono le torri e le funi a sostenerlo, ma le auto in transito in quel momento avrebbero qualche grosso problema.

Penso che un buon padre di famiglia non si indebiterebbe pesantemente per realizzare qualcosa di non urgente, poco necessaria all’orgoglio italico, non sicura al 100%, e che apporterebbe benefici solo ad una limitata parte della famiglia stessa. L’Italia sta attraversando, come tutto il resto del mondo, un periodo di grave crisi economico - finanziaria, all’interno del quale emergono sempre di più grossi problemi sociali. Forse, sarebbe opportuno fare delle scelte drastiche e dare la priorità alle opere più sicure, e delle quali possano beneficiare tutti i cittadini. Troppi pensieri, troppi dubbi.


Leggi l'articolo completo e i commenti