Penitenziari affollati nella terra del ministro Alfano

par elio di bella
martedì 9 settembre 2008

I penitenziari di Agrigento e Sciacca sono strapieni. Quattro detenuti in dieci metri quadrati. Il garante protesta.

"I nostri penitenziari sono pieni di immigrati e di stranieri che hanno fatto pagare all’Italia, con i loro crimini, un grave costo di insicurezza", ha detto Alfano a Repubblica. Uno dei luoghi più affollati di immigrati e stranieri in Italia si trova proprio nella città dove il ministro è nato e abita, Agrigento. Lo scorso mese di giugno il Senatore Salvo Fleres,  garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale della regione Sicilia, lo scorso 25 giugno ha inviato una interrogazione al ministro della Giustizia per sapere “ a) Se risponde al vero che nel citato carcere si registri un sovraffollamento (quota 400) di detenuti tale da non consentire un umano e dignitoso trattamento nei confronti dei soggetti condannati ad espiare la pena o in attesa di giudizio;

b) Se risponde al vero la notizia giornalistica (La Sicilia del 23/06/2008 Cronaca di Agrigento) secondo cui in alcune celle sono ristretti 4 detenuti in uno spazio appena di 10mq.

c) Se risulta a vero la persistenza di cattive condizioni igienico-sanitarie tali da mettere a repentaglio la salute dei detenuti”.

Una recente inchiesta giornalistica ha messo in risalto che nel carcere agrigentino sono tornati i letti a “castello” con 3 o 4 materassi uno sopra l’altro come ai “vecchi tempi”, quando i reclusi si trovavano in un antica carcere ubicato dentro la città e che era il risultato della ristrutturazione ottocentesca di un antico convento medievale. Il carcere della Città dei Templi scoppia anche a a causa dei numersi provvedimenti di fermo adottati a seguito dell’immigrazione clandestina. Qui arrivano i numerosi scafisti arrestati a Lampedusa per favoreggiamento. E dietro le sbarre del Petrusa si registra un ulteriore fenomeno che non può non preoccupare. “Il turn over tra detenuti, ovvero il ricambio tra chi entra e chi esce, vede in aumento coloro i quali entrano rispetto agli scarcerati - sottolinea il direttore Giovanni Mazzone -. Ciò ci obbliga a gestire situazioni sempre diverse, tra l’altro con problemi di carattere economico di un certo rilievo. Basti pensare che per acquistare il materiale di cancelleria confidiamo nei fornitori che continuano a farci credito”.

Gravissima la situazione in un altro carcere della provincia agrigentina, quello di Sciacca dove gravi sono le carenze strutturali, ma anche di personale. Nel reclusorio di Sciacca manca persino l’acqua, che viene fornita da autobotti; l’impianto elettrico non è a norma, l’assistenza sanitaria è ben al di sotto della sufficienza, il numero di detenuti è di gran lunga maggiore alla capienza ufficiale, il personale della Polizia penitenziaria è carente.

E non è solo il sovraffollamento il problema nelle carceri della regione del ministro Alfano. Secondo i dati forniti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nelle carceri siciliane su circa 4000 detenuti, un terzo sono tossicodipendenti e nel 2006, abbiamo registrato ben 15 morti. Insomma il ministro di problemi ne ha già tanti proprio a casa sua.


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