Pelosi: l’assassino di Pasolini è vivo

par Alfredo d’Ecclesia
giovedì 22 dicembre 2011

Nel corso della presentazione del libro 'Nessuna pietà per Pasolini' di Valter Rizzo, Stefano Maccioni e Simona Ruffini, pubblicato da Editori Riuniti, un vero e proprio scoop si è verificato in libreria. Alla presentazione era presente anche Walter Veltroni, vedendo Pelosi in fondo alla sala lo ha invitato a venire avanti ed è nata un intervista a tutto campo che potrebbe riaprire una vicenda a cui in pochi hanno creduto considerando che Pasolini aveva anche descritto con largo anticipo quello che sarebbe accaduto, sbagliò solo il luogo, Palermo secondo Pasolini .

"Vieni avanti Pino, anche se non ci conosciamo ti chiedo una cosa. Sono stato amico di Pier Paolo e non ho mai creduto alla tua versione dei fatti. Hai mentito per paura, perché eri minacciato. Ora dicci cos'è successo" ha detto Veltroni rivolgendosi a Pelosi: "Hai parlato di tanta gente coinvolta nell'omicidio, tutti morti. Anche l'assassino è morto? O vive e non ha mai pagato?". Pelosi dopo un attimo di silenzio dice: "Sì è ancora vivo".

"Chi ti minacciava?", chiede Veltroni. "I fratelli Borsellino", risponde Pelosi. "Dicci di quella sera", incalza Veltroni, e Pelosi racconta:
"Pasolini mi ha fatto salire in macchina a Termini. Siamo andati a cena al Biondo Tevere. Poi siamo andati all'Idroscalo e abbiano avuto un rapporto sessuale. Io sono sceso dall'auto per fare pipì. Dopo qualche secondo ho visto arrivare una moto con due persone a bordo e un'auto, forse una 1300 o una 1500, con quattro uomini. In seguito ho ricordato che ci seguivano dalla stazione. Un paio di loro hanno tirato Pierpaolo fuori dall'abitacolo e hanno cominciato a picchiarlo, era a terra già mezzo morto quando gli sono passati addosso con l'auto". 
Veltroni chiede: "È stato allora che hanno cominciato a minacciarti?". Pelosi conferma con il volto e con le parole: "Uno di loro è venuto da me, me le avevano già date, e mi ha detto "inventati qualcosa, se dici qualcosa famo fuori te e tutta la famiglia tua". E pure in galera me lo ricordavano, erano detenuti questi, quando mentivo mi dicevano "bene così". Non mi hanno mai mollato".
 
E Veltroni continua ad incalzarlo. "Pure il tuo anello nella sua macchina era un bluff?". Pino Pelosi ancora una volta dice sì:
"Ce l'hanno buttato loro per incastrami. Era tutta una trappola per farlo fuori. Una cosa pensata". 
Poi il silenzio: Pelosi tace di botto, si avvicina a Veltroni gli stringe la mano e se ne va...

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