Passo dopo passo con il vento nei capelli

par Alfonso Mandia
sabato 13 settembre 2014

Passo dopo passo stiamo consegnando, ammesso e non concesso che non lo abbiamo già irrimedibilmente fatto, un Paese intero nelle mani di personaggi impresentabili, ignoranti come grumi di catrame, incattiviti, incapaci, che tra un gelato, una mazzetta e ricchi premi e cotillons si stanno bellamente spolpando il paese; tutti, nessuno escluso, compreso chi ancora bercia di diritti e comunismo e poi alla fine mangia nelle cucine delle servitù dei padroni del mondo. Come i geniacci della Lista Tsipras, tanto per dirne una, che oltre ad aver dato uno spettacolino coi fiocchi alla cittadinanza tutta, ancora insistono con la favoletta di voler riformare una Unione Europea irriformabile, marcia fin nelle fondamenta. Un'Europa che da ora a quando affonderà, farà ancora danni a carrettate. O come chi ancora elemosina "scudierato", (da "scudiero", che non so se è corretto ma mi piace perché rende l'idea, mi perdonino i puristi della lingua) nascondendo la propria anima servile, pertanto complice del Regime, sotto una coltre di bei proclami, concetti poetici, e termini ricercati e fortemente figurativi.
 
Una montagna di cazzate, scritto in termini anch'essi fortemente figurativi, buone per tenere in stato vegetativo i polli da batteria che ancora cercano qualcuno che pensi, decida, agisca per loro, sollevandoli così da rischi e responsabilità che una qualsivoglia azione porta con se, nel bene e nel male.
 
Passo dopo passo stiamo scrivendo le cronache di un Paese in preda ad una guerra civile, che come tutti i paesi afflitti da questa tragedia ha le sue zone calde, nelle quali lo stato non esiste, o quando esiste è colluso o governato direttamente dalle mafie. Zone nelle quali si muore di intossicazione da piombo trecentosessantacinque giorni all'anno, a prescindere da provenienza e destinazione della pallottola, zone franche nelle quali la vita vale meno della carta con la quale si soffierebbe il naso una formica, per non scriverla con termini più metropolitani.
 
Passo dopo passo, stiamo subendo un genocidio lento ma inesorabile, ci stanno decimando avvelenando le acque, i terreni, l'intero ciclo alimentare, in silenzio, insabbiando meticolosamente qualsivoglia ostacolo impedisca l'esercizio del Potere, quello con con la "P" maiuscola. Stan facendo pulizia perché tra poco non ce ne sarà più per tutti, è iniziata la corsa alle scialuppe di salvataggio, chi può si paga il posto, gli altri che affoghino il più 'affanculo possibile da qua. Una versione extra lusso dei barconi che continuano a seminare morte senza che si muova foglia, un massacro lava via l'altro, in mezzo parole vuote, discorsi fatti e rifatti, la solita squallida tristissima ipocrisia, e il pallottoliere che va avanti impazzito a contabilizzare vite finite in fondo al mare.
 
Passo dopo passo, stiamo cannibalizzando quel briciolo di umanità che c'era rimasto. A perdere un po' di tempo leggendo i commenti che girano in Rete, a proprosito di qualsiasi argomento, vien voglia di smettere di scrivere, raccogliere bagagli e burattini e andarsene su un'isola deserta con la meridiana al posto dello smartwatch e i segnali di fumo al posto del telefonino, ma da usare soltanto nel caso in cui fosse strettamente neccessario. Righe che trasudano grettezza, odio, invidia, cecità, ignoranza becera, tanta, a tonnellate, la peggiore, quella volontaria, quella rancorosa del servo che vorrebbe esser Re; gli piacerebbe.
 
Passo dopo passo dopo passo, piombiamo giù in caduta libera, esplorando il baratro, cercando qualcuno a cui venderci per un paracadute e un piatto di lenticchie al giorno, nell'attesa dell'impatto che ci farà spiaccicare contro il suolo, terra alla terra, polvere alla polvere.
 
Amen.

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