Parigi, la manifestazione contro il Front National: in piazza con i giovani francesi

par Luca Pieroni
giovedì 29 maggio 2014

Parigi, Place de la Bastille. Cercare un posto libero per lasciare il velib, la bicicletta del servizio di bikesharing cittadino, oggi è davvero difficile. Sono le 14:15 e già sotto la scalinata dell'Opera si è radunata una colorata folla di bandiere e striscioni. È la reazione dei francesi al successo del Front National nelle elezioni europee.

A scendere in strada le associazioni giovanili di sinistra: socialisti, verdi e comunisti. Tutto sommato il numero dei partecipanti è deboluccio: 3200-4000 persone sono poche considerando che parliamo di una metropoli. Tuttavia lo spirito ed il clima è quello di una giornata da lungo attesa. Al fianco degli studenti e dei liceali, proprio da uno di loro è partita l'idea di questa manifestazione, anche tanti meno giovani e famiglie. Oggi in Francia è un giorno festivo, si approfitta anche di questo.

Il corteo prende forma e si incammina verso place de la Repubblique. L'ambiente è tranquillo, tanti colori tra gli slogan gridati al megafono. Qualche ambulante si è attrezzato e vende panini caldi ai manifestanti. Mi accosto ad una ragazza sulla trentina che porta la figlia sulle spalle: «Sono venuta qui con lei perché voglio che capisca da subito che la politica è una cosa importante – mi dice – il vero problema, ancor prima del Front National, è stato l'astensione. È difficile far appassionare la nuova generazione al governo del paese e gli anni di Hollande hanno allontanato tutti ancor di più».

Cerco di risalire la china del corteo. Gruppetti di bandiere uguali indicano che di sono anche dei sindacati. L'occasione è buona anche per rivendicare i diritti dei lavoratori e denunciare una situazione economica non migliore di quella italiana. I tempi dell'asse franco-tedesco a Bruxelles sono finiti da un bel pezzo. La maglietta di un ragazzo davanti a me denuncia gli appartamenti di 9 metri quadrati in cui vivono tanti giovani parigini. In uno striscione si chiede un giro di vite sui contratti-spazzatura ed il lavoro gratis negli stage oltre i 30 anni.

Il tema al centro della giornata è però l'emergere preoccupante dell'estrema destra: da una parte la Le Pen ed il FN, dall'altra la società multietnica ed il nemico. «È la Le Pen che va espulsa, non gli immigrati, non i senza documenti», grida uno degli slogan di giornata. Ne sento un altro che non riesco a capire bene, mi accosto ad uno dei ragazzi dell'organizzazione, forma una catena umana in testa al corteo per delimitare e dirigere la marcia, e chiedo una delucidazione: «Stiamo gridando che siamo tutti immigrati, di prima, seconda o magari terza generazione: ma la società francese è da sempre fortemente multietnica. È difficile capire come siamo arrivati a questo punto».

Gli chiedo di andare avanti con il suo ragionamento: dodici anni fa il FN aveva fatto un altro exploit alle presidenziali poi vinte da Chirac. Nel 2002 il giorno dopo delle elezioni mezza Francia era in strada a manifestare; nel 2014 quel movimento è scomparso. «È stato un processo graduale. Tutto è iniziato con l'era Sarkozy in cui parole come razzismo, sessismo e omofobia si sono fatte più comuni. Il presidente, figura che dovrebbe unificare in sé la nazione, non faceva che dividere e creare diffidenza tra francesi. È a partire dalle sue dichiarazioni che le persone hanno iniziato ad aver paura dei poveri, dei ragazzi delle banlieue, degli immigrati, dei rom... insomma della racaille ("spazzatura", termine che usò una volta Sarkozy).

La differenza con il 2002? Quella volta era stato uno choc, nessuno si sarebbe aspettato che Le Pen padre potesse finire davvero all'Eliseo e quella eventualità aveva risvegliato la coscienza nazionale. A queste europee invece ci siamo avvicinati in un clima di rassegnazione, la loro era una vittoria annunciata dalle municipali e dalle continue delusioni da parte dei due partiti repubblicani, tanto la sinistra quanto la destra».

Intanto siamo arrivati in una delle piazze più amate dai parigini, punto di riferimento per le uscite del sabato sera. Ci si arrampica sulla fontana sormontata dalla statua della Repubblica. Una grande bandiera blu con il cerchio di stelle ricorda che i giovani di oggi sono quelli che l'Erasmus è vita quotidiana; «Guerra contro l'Europa è guerra civile» recita un cartello. La piazza è piena per circa una metà, nelle altre maggiori città francesi dove si tiene la stessa manifestazione, sono qualche centinaia.

Per quanto i numeri non siano dalla loro i manifestanti sono riusciti a dare il segno che volevano.


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