Pare che sia possibile eliminare le tasse. Tutte quante!

par Fabio Della Pergola
giovedì 24 maggio 2012

Molti scritti lasciano perplessi, altri ti lasciano a bocca aperta per la semplicità con cui sembrano sciogliere i nodi sociali, economici o culturali apparentemente più irrisolvibili.

Uno di questi scritti, un articolo sul domenicale del Sole 24ore del 20 maggio, firmato da Roberto Casati, parla in sintesi della proposta economica di Simon Thorpe, Research Director al CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) che si può leggere in modo più approfondito sul suo blog.

Tanto per essere chiari: parliamo de Il Sole 24ore, organo di Confindustria diretto da Roberto Napoletano, il quotidiano economico più diffuso e letto in Italia ed una fra le maggiori testate al mondo; non è in ballo il ciclostilato di un qualsiasi centro sociale alternativo animato da ragazzotti con i capelli rasta (con tutto il rispetto per i ragazzotti con i capelli rasta).

E Casati è un filosofo, autore di un centinaio di articoli e altri lavori su riviste specializzate, che collabora, anche lui, con il CNRS e con l'Ecole Normale Supérieure di Parigi, oltre che con il domenicale del Sole.

Bene, il ragionamento di Thorpe viene riassunto così: “dato che il gettito fiscale mondiale è un millesimo del volume globale delle transazioni finanziarie (fonte: bis.org) perché non sostituire tutte le tasse oggi esistenti, dall’Iva alla tassa sul reddito alle patrimoniali, con una semplicissima tassa sulle transazioni finanziarie? Una tassa flat dell’uno per mille su tutte le transazioni finanziarie abolirebbe tutte le altre tasse”.

Nell'originale si legge: "se una tassa flat dell'uno per mille fosse introdotta sulle transazioni finanziarie essa genererebbe lo stesso importo di tutte le altre tasse messe assieme". 

E una flat all’uno per cento, se proprio volessimo esagerare, "creerebbe un surplus fiscale immenso da cui attingere per progetti infrastrutturali o ambientali o sociali di grandissima portata”

Io mi entusiasmo facilmente (come spesso fanno i dilettanti, ma sappiate che è successo a volte anche a qualche individuo geniale) per le soluzioni apparentemente semplici di problemi estremamente complessi. Naturalmente da dilettante non ho alcuna idea di eventuali ricadute negative di questa proposta (mica posso fare tutto io), ma non posso fare a meno di fantasticare su quello che ho letto.

Una tassa sulle transazioni finanziarie dell’uno per mille mi sembra così contenuta da non poter davvero provocare danni alla finanza internazionale (casomai qualcuno se ne preoccupasse) né bruschi crolli dell’attività speculativa (che a dirlo fa senso - in molti vorrebbero vedere gli speculatori in galera - ma che in realtà contribuisce in larga misura a muovere l’economia del mondo).

Nello stesso tempo l’idea che possa davvero sostituire tutte le tasse esistenti mi sembra così eccitante da cominciare a fare mentalmente quattro conti: togliere l’iva significa risparmiare subito in partenza il 20% circa sulla maggior parte delle derrate, ma calcolando che il prezzo dei carburanti, senza iva e accise, crollerebbe, anche tutte le derrate subirebbero ulteriori, vistose diminuzioni. E se ci aggiungiamo che su tutta la filiera materie prime-produttore-distributore-grossista-dettagliante si sarebbero azzerate le imposte, la diminuzione dei prezzi sarebbe eclatante. Ognuno di noi si troverebbe sul conto corrente più soldi, molti di più, per l'aumento reale del proprio stipendio mensile o dei propri introiti o della propria pensione. Mentre il costo della vita crollerebbe. Che favola! Quando si dice circuito virtuoso...

Inoltre si dissolverebbe il problema dell’evasione fiscale e decine di migliaia di persone, attualmente impiegate all’Agenzia delle Entrate, alla famigerata Equitalia ecc., potrebbero essere riciclati in altre attività pubbliche a fini sociali. Nelle scuole, nelle biblioteche, nella sicurezza, nella sanità...

Problemi annosi che si trascinano stancamente da sempre potrebbero essere risolti davvero: asili per tutte le famiglie con abbondanza di maestre. Un rapporto insegnante-allievi fantastico, badanti per tutti gli anziani e per gli invalidi e per gli ammalati. Ricercatori entusiasti e ben pagati che si possono gettare a capofitto nel cercare nuove strade per migliorare le sorti dell'umanità, abbondanza di medici e di infermieri. Drastica diminuzione delle ore lavorative e più tempo libero per tutti.

Saremmo tutti molto, molto più ricchi di soldi e di umanità. Più fiduciosi, più ottimisti. Le questioni d’amore potrebbero tornare ad essere centrali nella vita delle persone, al posto delle preoccupazioni economiche o di questo persistente incubo per un futuro cupo e senza speranze. Le esigenze umane più profonde potrebbero tornare al centro di tutto, al posto che spetta loro, al posto dei bisogni più primitivi legati alla sopravvivenza che, diciamocelo, è affare da animali selvaggi. E, potremmo finalmente smentire Hobbes e quella sua stupidaggine ideologica dell'homo homini lupus.

Con una tassazione appena un poco più alta, gli Stati si troverebbero con risorse enormi da investire in attività sociali, ambientali, artistiche, di ricerca scientifica, medica o culturale. Mi sembra un sogno. Poi mi ricordo della Tobin Tax, proposta dall’economista James Tobin, premio Nobel; una tassa che aveva le stesse finalità di quella avanzata da Thorpe, ma con una percentuale indicata tra lo 0,5 e l’1 per cento.

Sono decenni ormai che se ne parla, con vistose (e fastidiose) interpretazioni ideologiche a favore o contro, ma mi pare che nessuno abbia mai osato davvero pensare di applicarla.

I risultati - per un complesso di accadimenti, non solo per la mancata applicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie - sono sotto gli occhi di tutti: impoverimento diffuso e mancanza di prospettive; stati senza fondi e welfare agli sgoccioli; ricerca e cultura quasi azzerate; e tanto, pericoloso malumore.

Adesso “tutte queste sofferenze sopportate individualmente mostrano una somiglianza sorprendente fra loro. Si riducono a una cosa sola: la pura e semplice incertezza esistenziale, una spaventosa miscela di ignoranza e di impotenza che è fonte inesauribile di umiliazione”. Sono parole di Zygmunt Bauman, parte dell’intervento che terrà ai prossimi "Dialoghi sull'uomo" di Pistoia, anticipate da Repubblica.

Anche se uno spiraglio interessante si apre, è notizia di oggi mercoledì: pare che il Parlamento Europeo abbia votato a favore della proposta per l'introduzione di una imposta sulle transazioni finanziarie nella Ue. Se ne prevede un gettito di appena 55 miliardi di euro. Qualcosa non quadra, o i calcoli di Thorpe sono sbagliati o le transazioni europee sono poca cosa o, ancora, la tassazione applicata è veramente troppo bassa. Comunque ora tocca al Consiglio Europeo esprimersi e, soprattutto, fare pressioni perché venga introdotta anche nelle altre aree del mondo.

Da parte mia consiglierei ai grandi della Terra (lo so, comincio a delirare, ma si tratta solo di un po’ di senilità) di studiare a fondo la proposta di Simon Thorpe. Magari è più intelligente lui di tutti quei grandi manager della finanza, delle banche e della politica economica che hanno mandato in malora mezzo mondo

Anzi lancerei proprio lo slogan UnoPerMille-TuttiPerUno. Un nuovo movimento d'opinione, una nuova corrente politica, sociale e culturale. Lo fanno tutti, lo faccio anch'io: venghino signori, venghino. E se pensate che sia una proposta demenziale, guardatevi un po’ intorno e ditemi se quel che vedete non vi sembra molto, molto peggio.

 


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