Papilloma virus | Vaccino Hpv: dal complottismo della Rai al moralismo della stampa cattolica

par UAAR - A ragion veduta
martedì 30 maggio 2017

Alcune settimane fa il Papillomavirus umano (Hpv), o meglio il vaccino contro di esso, è stato oggetto di una controversa puntata della trasmissione Report in cui se ne metteva in dubbio l’efficacia e se ne ipotizzava perfino la dannosità, il tutto in totale assenza di contraddittorio e delle opinioni di medici e ricercatori pro vaccinazione.

 In realtà le statistiche non offrono molto spazio ai dubbi; nei paesi in cui il vaccino contro l’Hpv, introdotto appena dieci anni fa, è stato utilizzato su larga scala, il numero delle infezioni potenzialmente responsabili del carcinoma del collo dell’utero si sono ridotte considerevolmente, fino al 90% secondo uno studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases.

Fortunatamente le istituzioni italiane sul tema dei vaccini hanno dimostrato di avere chiaro che il diffuso antivaccinismo è un pericolo da scongiurare ricorrendo anche a misure non proprio popolarissime, così è scattato di recente l’obbligo per dodici diverse vaccinazioni contro le quattro precedenti. Certo, si tratta comunque di una soluzione di compromesso perché il divieto di accesso a scuola vale solo fino alle materne, e perché altri vaccini consigliati, tra cui anche quello contro l’Hpv, non sono stati resi obbligatori, ma si tratta comunque di un passo avanti a tutela della salute di tutti. Il vaccino contro l’Hpv, vale comunque la pena di ricordarlo, è compreso nel calendario delle vaccinazioni ed è somministrato gratuitamente a tutte le bambine nel 12° anno di vita, oltre che ad altre categorie variabili in funzione della Regione di residenza.

Adesso però ci si mette anche il mensile Tempi, vicino a Comunione e Liberazione, a scagliarsi contro la campagna di vaccinazioni anti-Hpv. A differenza dei complottisti di varia specie però i ciellini non mettono in dubbio l’efficacia del vaccino, anzi riportano il successo delle somministrazioni erogate negli Usa e citano perfino il nuovo vaccino ennavalente. Il piano su cui si contesta il vaccino è quello della profilassi, nel senso che secondo la loro opinione la vera forma di prevenzione ammissibile sarebbe l’astinenza sessuale e i genitori che fanno vaccinare le proprie figlie non sarebbero dei bravi educatori perché accettano che esse abbiano rapporti sessuali. Tutto ciò ricorda purtroppo le campagne della Chiesa contro il preservativo come ostacolo alla diffusione dell’Aids o contro le vaccinazioni antitetaniche in Kenya. Hpv, Hiv e Clostridium sapranno chi ringraziare.

Massimo Maiurana


Leggi l'articolo completo e i commenti