Papa Francesco, un uomo, non un eroe

par Yvan Rettore
lunedì 27 marzo 2017

Si può essere credenti o meno, ma è evidente che questo papa stia cercando, al contrario di diversi suoi predecessori, di ridurre l'influenza delle lobby vaticane che hanno completamente sconvolto le fondamenta stesse del cristianesimo.
Dallo IOR alla "nobiltà" di certi vescovi e cardinali, per non parlare degli intrallazzi della Chiesa con certi regimi fascisti e corrotti passati e attuali e degli innumerevoli casi di pedofilia accertati, il percorso di riforme intrapreso da Papa Francesco è irto di ostacoli, ma concreto e autentico.
I suoi delatori non si ritrovano però soltanto ai vertici del Vaticano, ma anche in parte della gente comune che si limita a "bere" le informazioni che riceve senza capire in quali contesti si siano verificati certi fatti, ergendosi attraverso i social network a critico e giudice del passato di questo pontefice.


Questo papa viene criticato ferocemente dai nazionalisti di vari lidi, perché contrariamente alla logica assurda della violenza, Papa Francesco cerca instancabilmente di costruire ponti di dialogo tra le varie diversità umane presenti sul nostro pianeta, siano essere religiose o culturali. E tutto questo per consolidare la pace e l'amicizia tra i popoli, perché alla fine della fiera siamo (volenti o nolenti) tutti abitanti di una grande casa comune che è la "Madre Terra". E questo sforzo immane richiede qualità che spesso non si ritrovano fra i leader politici contemporanei: pazienza, buon senso, intelligenza e tanta...tanta umiltà!
Papa Francesco viene perfino accusato di essere responsabile indiretto di certi crimini avvenuti durante il regime militare argentino. A parte il fatto che certi orrori incombono unicamente ai membri di tale regime, bisogna ricordare che allora Papa Bergoglio era soltanto poco più di un prete di strada, che, per poter salvare anche la propria vita, dovette continuamente mediare tra la ferocia del regime da una parte e la gente che assisteva nelle baraccopoli, nonché i propri colleghi e collaboratori dall'altra. Sicuramente ha commesso degli errori in quell'epoca, ma chi siamo noi per giudicarlo?

E' facile parlare (anzi sparlare) di fatti e realtà che non conosciamo e soprattutto che non abbiamo mai sperimentato in prima persona. Se avessimo vissuto quell'epoca sulla nostra pelle, forse neppure noi saremmo riusciti noi ad agire come santi, perché non tutti riescono ad essere eroi. A maggior ragione quando si è al servizio di una entità come la Chiesa.

Yvan Rettore


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