Palio: il diritto di voto alle donne nella Siena Saudita

par Fabio Della Pergola
giovedì 29 dicembre 2011

Che le donne pretendano anche il voto è veramente insopportabile. Si va al di là di consuetudini millenarie e di ogni comprensibile richiesta. Sentite questa...

Sorprendentemente la metà femminile del cielo della contrada dell'Oca ha avanzato da qualche tempo richieste così immotivate e inusuali che la maggior parte degli abitanti – da sempre fedeli e rispettosi delle tradizioni – si è sentita offesa profondamente, nell’intimo e nella prassi di devozione e fiducia nelle proprie istituzioni e nei canoni stabiliti all’alba dei tempi.

Che le donne, notoriamente create a posteriori dall’Altissimo e, per di più, da una costola (qui è detta costicina) cioè non dalla parte “nobile” dell’uomo, ma da una parte minore, collaterale, abbiano l’ardire di pretendere (avessero almeno chiesto gentilmente, ma no, pretendono) il suffragio universale è cosa non solo offensiva, ma – si potrebbe ipotizzare – anche blasfema.

Voi capite bene che se l’Altissimo avesse voluto il suffragio aperto a tutti ciò sarebbe avvenuto fin dall’inizio della creazione e invece, è cosa nota, per migliaia di anni, centinaia di migliaia di anni, solo gli uomini hanno votato. Quale segno più chiaro della volontà superiore ?

Poi, parliamoci chiaro, non è certo un caso che il voto sia stato chiesto dalle donne dell’Oca, non di una contrada qualsiasi. Le donne dell’Oca? Con questo nome i presupposti erano pessimi; fossero state quelle dell’Istrice (assai puntute) o dell’Aquila (graffianti) o della Pantera (mordenti) o dell’Onda così sinuose o della Giraffa, così modiglianesche... ma no. Le donne dell’Oca, suvvia.

Dopo tre anni (dicasi tre anni) di dibattito interno, dopo essere state sconfitte in un referendum popolare contradaiolo, dopo essere rimbalzate in un primo ricorso alla magistratura (quella vera), le recidive hanno pianificato un nuovo iter giudiziario appellandosi sempre ai giudici dello Stato italiano (e chi è costui ?). Per questo sono state ‘sospese a tempo indeterminato’. Praticamente espulse, cacciate. Hanno dato ascolto al serpente delle pari opportunità e hanno mangiato il frutto dell'uguaglianza. Quindi via, fuori dai piedi.

Le ochiste - piegate, ma non spezzate - ferite nell’orgoglio, ma mai dome, scenderanno forse in sciopero. Non più spesa alla coop, né panni lavati e stirati, niente faccende di casa e, last but not least, sciopero della patatina ? Sulle orme di Lisistrata o delle combattenti per i diritti civili come la liberiana Leymah Gbowee (premio Nobel per la pace, mica scherzi), o delle colombiane che hanno negato ai mariti (per quasi quattro mesi!) i piaceri del talamo per costringere l’amministrazione a risistemare la strada principale del paese ormai in stato pietoso, anche le dure e pure contradaiole (al momento ex) potrebbero prendere la strada che, certamente, darà la sveglia a quei bei tomi dei loro uomini, costringendoli a scendere subito in piazza per trovare una soluzione allo stato di belligeranza con i dirigenti della contrada.

La Siena Saudita si arroccherà trincerandosi dietro le Sacre Scritture come i più radicali wahabiti dell’Islam o come i sikrikim (la curva sud della curva sud degli ultras degli ortodossi haredim) di Israele scandalizzati dalle maniche corte di una bimbetta? O si piegherà all’assurda modernità che permette perfino alle donne di esprimere il loro parere e di manifestare la loro volontà?

Che poi il parere degli uomini (e la loro volontà) sia davvero farina del sacco maschile e non di quella sorniona signora o fanciulla che siede loro accanto, beh questo è tutto da dimostrare...


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