Pacifici e la falsa solidarietà

par Elia Banelli
giovedì 8 gennaio 2009

Il presidente della Comunità Ebraica di Roma annuncia 300 mila euro di aiuti umanitari in favore di palestinesi ed israeliani. Ma si sbugiarda in una mail.

E’ una notizia pubblicata solo da "Il Manifesto" e questo la dice lunga.
La maggior parte dei media ha preferito non darla, impegnati a rincorrere le continue dichiarazioni dei Capezzone di casa nostra, secondo cui Hamas è soltanto una "organizzazione terrorista", ignorando che ha vinto libere elezioni nel 2006 (loro che vogliono tanto difendere la "democrazia" in Medio Oriente).
Ma veniamo all’episodio censurato.

Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), risponde ad un appello del ministro Frattini con questo comunicato: "L’Ucei e la Comunità Ebraica di Roma mettono a disposizione 300 mila euro di medicinali". 200 mila "ai bambini ed alla gente di Gaza", 100 mila destinati "ai bambini ed ai civili delle cittadine israeliane del sud di Israele colpiti dai razzi di Hamas".
In quanto "gesto umanitario", Riccardo Pacifici, presidente della comunità romana, sottolinea che "non intendiamo dare un giudizio politico dei torti o delle ragioni dell’una e dell’altra parte".

Quando scorre il sangue e sono coinvolti civili e bambini, non esistono schieramenti politici.

Un discorso lineare e sorprendente per chi ha dimostrato il pieno appoggio ai bombardamenti di Gaza.

Ma il bello deve ancora venire.

Scandalizzato dall’eccessiva umanità, un certo Shimon Fargion, un ebreo italiano emigrato a Gerusalemme, attacca Pacifici per la "troppa equidistanza" e per aver destinato aiuti all’odiato popolo palestinese.


Pacifici, fondatore della lista ultrà maggioritaria"Per Israele", non ci sta e risponde con una email pubblica (forse involontaria) dove ribadisce la sua posizione di "sostegno totale alla guerra di Gaza" e spiega il vero significato del "gesto di umanità": "Abbiamo deciso con l’ambasciatore di Israele di avere in questa prima fase un low profile. Posso garantirvi che la scelta tutta mediatica (sic) di far arrivare medicinali ai bambini palestinesi ed israeliani era ed è solo utilizzata per quando da lunedì comincerà la nostra battaglia sui media a sostegno di Israele".

Il gesto di umanità non è altro che una campagna di lobbying, una bolla di sapone da sgonfiare dopo aver raccolto i frutti della propaganda.

E infatti le conclusioni di Pacifici sono raggelanti:
"La Comunità Ebraica non ha tirato fuori nemmeno un euro per quei medicinali, donati invece da un’organizzazione ebraica internazionale (onore al merito)".
Infine la garanzia per chi non avesse capito bene: "comunque non arriverà un solo medicinale a Gaza che non sia autorizzato dal Governo di Israele".

In poche parole, la Comunità ebraica di Roma, si pavoneggia di partecipare ad iniziative di solidarietà destinate alle popolazioni israelo-palestinesi annunciando aiuti economici che in realtà sono falsi e che servono solo per una campagna mediatica di sostegno all’immagine di Israele, in vista di nuovi pesanti attacchi sulla Striscia.

Di questa "mossa tattica" giudicheranno i lettori, ma giusto per chiarire la personalità pubblica di Riccardo Pacifici, ecco come in un’altra mail risponde con eleganza al suo critico Fargion: "Caro testa di cazzo...dammi il tuo indirizzo così ti vengo a prendere a calci nel culo...io qui per Israele mi faccio un gran culo e vivo sotto scorta...STRONZO...sappi che ho fatto tutt’insieme all’ambasciata di Israele...che cazzo ne sai cosa stiamo facendo...STRONZOOOOOOO".
Se la forma è sostanza, la Comunità Ebraica di Roma è davvero in buone mani.


L’articolo integrale pubblicato il 4 gennaio su Il Manifesto.


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