Otto motivi per (non) votare il Pdl

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venerdì 11 febbraio 2011

Orami è da tempo che mi arrovello sul perché esitano ancora elettori pdl, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti (solo ultimo il caso Ruby). Come si fa a dare il proprio voto, l’essenza della democrazia rappresentativa, a un partito così inetto, immorale, pieno di inquisiti e condannati (anche in via definitiva) per reati che vanno dal finanziamento illecito all’associazione mafiosa? Dove lo si trova il coraggio per farsi rappresentare da un soggetto che definisce i magistrati “doppiamente matti” o “antropologicamente diversi dal resto della razza umana”? Chi ha il coraggio di sostenere un pdl totalmente assente sui temi di sviluppo economico, culturale e sociale? Chi vorrebbe mai un centro-destra e un “capo” che sostiene leggi non per l’interesse generale ma per salvare i soliti furbi dalla galera?

Si, perché di leggi “ad personam” pro Berlusconi (fra quelle fatte apposta per lui e quelle di cui lui o le sue aziende si sono avvantaggiati) negli ultimi sedici anni “ne sono state approvate ben 36Più altre 11 tentate e poi abortite” come dice Travaglio nel suo “ad Personam”. “A queste vanno aggiunte 16 leggi fatte su misura per un’altra personam, diversa dal Cavaliere: di almeno 5 norme ha beneficiato, in alcuni casi in esclusiva, Marcello Dell’Utri”. Ad onor del vero c’è d’aggiungere che il centro-sinistra ha dato un grande sostegno a tali iniziative e molto spesso ha beneficiato di leggi risultanti essere “ad castam”, secondo alcuni.

Detto questo cerco dei motivi che spingono ancora tante persone a votare B e la sua “banda” (prescindendo dal fatto che i motivi che sipingono a votare Bersani e il pd possono essere oggetto, in egual modo, di “un approfondita analisi”).

Dopo attente riflessioni (confermate in alcuni casi da riscontri oggettivi), ho classificato diversi prototipi di elettori pdl, e dico che:

1) c’è l’elettore che vede in B e nel suo partito una sorta di Divina Provvidenza (che mai ha sortito effetto) discesa dal cielo. In altri termini, nonostante sia ultramiliardario, Berlusconi è “sceso in campo” solo per salvarci dal comunismo (?) perchè “questo è il paese che amo”, disse lui stesso. Pochi sanno che dal 1994 (anno della discesa in campo) il patrimonio del “Divino” si è decuplicato. In privato, confidò a Montanelli e a Biagi: “Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti”;

2)ho riscontrato il sicuro “caso” dell’elettore-imprenditore che pensa: “lui è imprenditore, io sono imprenditore quindi lui fa i miei interessi”. Ma non finisce qui. Il fascino del Cainano, che irradia una parte dell’imprenditoria, è visto anche come un modello virtuoso, nonché emblema di successo e potere, purtroppo. Senza sapere che per fare quello che ha fatto lui, tutti dovrebbero avere un Dell’Utri come amico, un Mangano come stalliere, un Craxi che ti regala le tv commerciali e un Ghedini come legislatore-avvocato funzionale all'impunità;

3) c’è, forse, l’elettore che vuole diventare famoso, specie quello femminile, magari a mezzo tv (spazzatura) tramite una scorciatoia. Penso ad aspiranti letterine, postine, analfabetine, attori di soap, conduttrici, “gieffine”, “feline” (vedi tele cafone) e tante altre belle cose in questo settore della televisione particolarmente “educativa”;



4) potrebbe anche esserci l’elettore che aspetta un condono edilizio, uno scudo fiscale o magari una depenalizzazione di qualche reato, perché no? È lecito aspettarselo;

5) non è da escludere che chi non ha troppa voglia d’informarsi (o peggio si informa solo con la Tv), vede in Berlusconi un padre padrone alla Mussolini e si affida a lui perché “tiene i soldi e deve comandare uno solo”. Parliamo di cervelli molto modesti ma non quantitativamente irrilevanti;

6) volendo, si può parlare anche di gente che veramente ha creduto nei propositi berlusconiani ma che ora come ora si sente deluso ed indignato. Di queste persone bisogna avere maggiore considerazione poiché sono state semplicemente ingannate;

7) il motivo che più di tutti spinge a votare pdl: la mancanza di un'alternativa valida. Il Pd non esiste, è una realtà ambigua contraddittoria fin dalle sue fondamenta. Inoltre la stima che si può nutrire per qualche suo esponente non può sanare i difetti di un partito che sono sotto gli occhi di tutti: problemi che vanno dalla questione morale interna (vedi primarie di Napoli e i condannati ammessi nelle liste) alla linea politica adottata che spesso risulta poco convincente, specie se pensiamo all’esperienza dell’ultimo governo Prodi;

8) un elettore pdl, quando subisce critiche e non sa più che pesci predere, ti dice "se fossi al loro posto farei lo stesso, ed anche tu... quindi... ". A quel punto gli rispondi "no, io no!". Devo ammettere che questo tipo di soggetto m'inquieta perchè non capisce che se un politco "ruba", ruba anche soldi suoi.

Ora, per restare in tema di Divina Provvidenza, chi non è d'accordo "scagli la prima pietra.


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