"Originalità" dei nostri politici

par antonio cianci 251039
lunedì 13 ottobre 2008

“Originalità” dei politici italiani

A proposito della crisi finanziaria in atto, l’onorevole Oliviero Diliberto, dei Comunisti italiani, cita Brecht, che sosteneva che “fondare una banca è più criminale che svaligiarla”, e afferma che “il capitalismo è una truffa”. Il Manifesto titola “La disfatta del mercato”. Liberazione: “E il vecchio Marx sogghigna: capitalisti vi avevo avvertito”.

Sui media di tutto il mondo è stato possibile leggere analisi equilibrate e sensate della crisi, dovuta al desiderio di cittadini di comprarsi una casa senza soldi, alla predilezione di altri per il credito al consumo, alla disinvoltura di spregiudicati banchieri per le speculazioni più rischiose, animati dalla voglia di arricchirsi, alla imprevidenza ed incoscienza delle autorità che hanno trascurato ogni controllo o intervento sanzionatorio di azioni scorrette ai danni del mercato e dei risparmiatori.

No, per i politici italiani, che amano strumentalizzare ogni evento anche drammatico, la colpa della crisi è del Capitalismo e del mercato. Di frequente, in maniera trasversale, affiora dal loro subconscio la nostalgia per lo stato assistenziale e il protezionismo come panacea delle contraddizioni dell’economia moderna.

Non amano guardare oltre i confini del proprio orizzonte, non vedono che esiste un capitalismo senza libertà, che il capitalismo aperto al mercato non implica una società aperta o un regime politico democratico, come nel caso cinese e russo.

Per difetto di metodo ignorano che il capitalismo ed il mercato non sono un fine, ma un mezzo, strumenti per organizzare la produzione,lo scambio ed il consumo, sono neutrali e si accordano,più o meno, con tutti i sistemi istituzionali. Naturalmente , nonostante la profezia di Marx, il modello Europeo ed anglosassone di capitalismo non è crollato, perché ha come motore la libertà e come conseguenza la nascita di un benessere diffuso; sono invece crollati i sistemi negatori del mercato, che non ammettono il rischio d’impresa, ma esercitano una direzione centralizzata dell’economia, come ampiamente dimostrato dall’esperienza storica recente e remota.

Recita un vecchio slogan, non ricordo di chi, che “il Capitalismo ha i secoli contati”. Ma “i nostri” vogliono superare il capitalismo; nessuno ci impone di continuare ad usarlo; possiamo andare oltre. Ma in cambio di che? Oh beata beatitudine!!!!


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