Operazione trasparenza: i dipendenti della Camera guadagnano più dei parlamentari

par Emanuele Rossi
mercoledì 14 agosto 2013

La Camera dei Deputati, ha pubblicato ieri sul sito istituzionale gli stipendi dei dipendenti. L'operazione trasparenza voluta dalla Presidente Boldrini, ha portato alla luce conferme a voci che giravano da tempo e un mucchio di materiale per gli eserciti anti-casta su cui riflettere.

E non si parla di parlamentari, si chiaro: si tratta di falegnami, elettricisti, baristi, barbieri, centralinisti, usceri, fino ai vertici più alti.

Lo stipendio più elevato, è quello del Segretario generale Ugo Zampetti, assunto con un contratto di circa 406mila euro, i due vice segretari (Guido Letta e Aurelio Speziale) lo seguono con circa cento mila euro in meno. I loro contratti, sono soggetti a rivalutazioni biennali del 2.5 per cento.

Al di là degli alti compensi d'ingresso, la tabella pubblicata sorprende per la velocità e la consistenza degli scatti di anzianità. Succede così che un "operatore tecnico" - secondo definizione - come un barbiere, viene assunto con contratto da 30mila e rotti euro, ma già dopo dieci anni di servizio raggiunge quota 50 mila, dopo venti 89, dopo trent'anni 127, per arrivare a 131mila euro annui al quarantesimo anno di anzianità.

Discorso analogo per gli assistenti parlamentari, i cosiddetti "commessi": che iniziano con 34mila per poi arrivare con gli anni a 136 mila euro. Scatti più rapidi invece per i tecnici delle riprese video e audio della TV della Camera: si parte poco sopra ai 30 mila, ma già dal decimo anno si superano i sessanta mila euro.

I consiglieri parlamentari che svolgono attività di responsabilità e sono praticamente i veri e propri funzionari della Camera dei deputati, partono da una retribuzione di ingresso di oltre 64mila euro. Dopo 10 anni sono poco al di sotto dei 145mila euro, dopo venti superano i 228mila. Dopo trent'anni di anzianità si possono portare a casa 318mila euro, dopo i 40 anni svettano a 358mila euro. 

In pratica, un falegname o un elettricista al massimo dello scatto di anzianità, guadagna più di un deputato. Paragone che rende bene il senso del rapporto di forza reale tra funzionari e parlamentari.

Il segratario generale, guadagna quasi quanto quattro eletti: e d'accordo che il suo è un incarico da super-manager, gestendo milioni, palazzi e servizi, ma anche fare le leggi e decidere dove spendere i quasi 800miliardi che il nostro stato costa annualmente non è un ruolo da meno. Ma qui si potrebbe correrre il rischio di riaprire una questione non proprio ben digerita, che riguarda lo stipendio dei parlamentari ed il perché debba necessariamente essere alto: lasciamo perdere.

Lasciatemi dire però, a proposito, che l'idea che un barista di Montecitorio guadagni più di un Presidente di regione o del sindaco di una grande città italiana (Roma, Milano, Firenze) è al di là di ogni logica e del buonsenso.

Non con questo comunque, sia chiaro, si deve giustificare un sistema - quello dei parlamentari - fatto di privilegi e benefit, con stipendi comunque molto al di sopra della media dei pari grado europei. E il paragone non serva a dire alziamo il compenso dei parlamentari: ma all'inverso, eliminiamo il bar o riportiamo i dipendenti a valori coerenti col resto del mercato.

Ma questi numeri devono farci riflettere sul fatto che il privilegio in Italia è molto ben mimetizzato, spesso anche lontano dai centri in cui si immagina comunemente di poterlo individuare. Nel caso anni di retorica anti-casta (giusta, per carità!), contro i Parlamentari - tanto da trasformare la parola "poltici" in qualcosa di sporco impudico e svergognato - hanno distratto, miopi, da altre situazioni. Situazioni di privilegi altrettanto consolidati, forti di rapporti di potere cementati dal tempo.

Dati come quelli pubblicati, parlano chiaro e ci dicono che occorre cambiare bersaglio sulla lotta agli sprechi della politica: mirare verso quelle figure nascoste tra i cavilli legislativi di epoche passate, verso le società amministrate, partecipate, municipalizzate con i loro consiglieri dorati, verso consorzi e enti intermedi, verso tutta una serie di stipendifici sostenuti di tasca nostra.

Rivedere certe strutture con coarggio e con altrettanto coraggio rivederne il funzionamento: per esempio, come è possibile spiegare scatti di anzianità come quelli descritti, ad un insegnante che riuscirà se va bene a portare a casa poche centinaia di euro di amuento salariale a fine carriera?

I privilegi sono dissimulati ovunque e non soltanto sugli scranni delle Camere: spesso stanno anche dietro, anche sotto - molto sotto.

@danemblog 


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