Operazione Memoria: il depliant di propaganda diventa Operazione Ritocco
par L’89
sabato 24 luglio 2010
Non voglio analizzare parola per parola un bel niente. Non mi va, lavoro improbo e pressoché inutile. Sappiate, e vi basti, che alla voce Grandi Opere campeggiano il Ponte sullo Stretto e il completamento della A3. Per dire. All’angolo, sudato e intontito, il ricorso al ritocco, non solo programmatico, diventa quindi d’obbligo: ecco far breccia nel cuore degli italiani, brochure in mano, un Cavaliere di colpo ringiovanito e fresco.
Eccolo dunque porgere le chiavi di casa ad una mamma aquilana, il portentoso cuoio capelluto rinfoltito e tinto di scuro. Neppure una ruga a campeggiare sul volto del premier: la foto del pieghevole ci è testimone. E pazienza se le altre foto che si trovano in rete, della stessa scena, dicono altro. Oltre.
Merito del governo è, ovvio, il riavvicinamento tra Usa-Russia. La fine della guerra fredda. Eccolo, il premier, a conciliare i leader delle due super-potenze già nemiche. Qui pure, ciuffo che si inarca sula fronte, attaccatura ribassata, piallatina di rughe, niente più luce bianca sul cranio glabro e sensazione di sudaticcio. E pazienza se nella foto di Operazione Memoria Obama e Medvedev appaiono più invecchiati, e Berlusconi più giovane di loro, rispetto alle foto che si trovano in rete, della stessa scena, e che dicono altro.
Episodio tre, apoteosi: qui il busto e il volto paiono più snelli, il sorriso rassenerato, la stretta di mano a Sarkozy virile e possente. Nessuna smagliatura in viso, né attorno a bocca e occhi. Rinforzo sul ciuffo d’ordinanza, ma orrore: il vestito, il corpo, non coincide con quello delle foto che si trovano in rete, della stessa scena o forse neppure quella, che dicono altro.
Roba pessima, sicuro. Articoli frivoli e contenuti sciatti. Ma questo crepuscolo, un periodaccio di questo tipo, e con questi mezzi (e ce ne sono altre, sospette), qualcuno doveva raccontarlo.
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