Omicidio a Napoli, un commando di tre persone per uccidere Mariano Bacioterracino

par Francesco Piccinini
giovedì 29 ottobre 2009

L’undici maggio Mariano Bacioterracino è ucciso in Via dei Vergini davanti le telecamere, la procura oggi diffonde il video per chiedere aiuto ai cittadini per identificare il killer.

E’ l’undici maggio. A Napoli il sole inizia a essere caldo. I rifiuti sono ancora in strada e nella Sanità ci sono ancora gli strascichi di tensione della guerra di camorra che ha colpito il quartiere due anni or sono.
 
E’ un lunedì come tanti altri, le persone sono in giro a fare la spesa, le bancarelle all’aperto che riempiono il primo tratto di Via dei Vergini sono percorse da un via vai di gente. A metà di Via dei Vergini, non ci sono banche, non ci sono commissariati, ma c’è una telecamera che riprende un bar. Quella telecamera immortala Mariano Bacioterracino mentre viene ucciso dalla camorra. Nessuno nel quartiere è al corrente di quella telecamera, qualcuno si dice persino “rincuorato” nel sapere che la procura ha installato delle telecamere per controllare la strada. “Qui non è Secondigliano, la Sanità è una strada, non ci sono i vialoni, tutto succede qui”.
 


E’ un lunedì e un commando è stato mandato a uccidere Mariano Bacioterracino. Il commando è composto da tre uomini. Il primo, lo "specchiettista" (chi controlla il bersaglio ndr), in camicia bianca appare nel video dopo solo dieci secondi, si guarda intorno, guarda la vittima, quasi a volerlo indicare ai suoi complici. I due non si conoscono. Lo specchietto non è neanche troppo professionale, si distrae dietro due ragazze che passano sul motorino. Ad un certo punto guarda l’orologio, si allontana e lascia il campo aperto ai complici.
 
Arrivano al minuto 3 e 18, il primo passa dritto e controlla che Tuttù (il nome con cui Bacioterracino era conosciuto nell’ambiente) non abbia qualcuno a fargli da guardaspalle, ha un giubbino blu e passa spedito, mentre il secondo, il killer, entra nel bar.
 
E’ un attimo chiede al barista: “chi è Tuttù?”, il barista indica Bacioterracino, esce, estrae la sua pistola a tamburo: 3 colpi e via.
 
Tuttù non conosceva il suo killer, l’ha visto bene in faccia e non si è preoccupato. Tra uomini di “sistema” ci si conosce, e Terracino era un uomo legato ai Misso, non poteva non conoscere chi aveva di fronte. Ma nella Sanità non si compie un omicidio senza autorizzazione: chi ha ucciso Tuttù ha avuto il placet dei Savarese e dei Lo Russo.
 
Chi ha ucciso Tuttù potrebbe provenire da Ponticelli, sponda Sarno, oppure sono scesi da Secondigliano sponda Amato-Pagano, i boss usciti vincitori dall’ultima guerra di camorra che ha visto gli scissionisti prevalere sul clan di Lauro. Sono loro che comandano oggi nella Sanità, sono loro che dettano legge in un quartiere che ha perso peso nell’economia criminale ma che legato ad equilibri tra clan che coinvolgono anche la provincia di Napoli.
 
Tuttù non era un boss, svaligiava case della Napoli bene, a volte banche. E forse proprio una rapina non “autorizzata” è stata la causa della sua morte. E’ la voce che si diffuse a maggio subito dopo l’omicidio ma forse c’è dell’altro, motivi di “cuore”: Tuttù avrebbe avuto una relazione con la moglie di un capo clan.
 
Alla Sanità si respira un clima di tensione, come se qualcosa dovesse succedere e infatti la domanda che gira è una: “perché questo video esce ora?”. Perché si chiede il sostegno dei cittadini per riconoscere il killer quando due uomini del commando sono ripresi in primo piano dalla telecamera?
 
Sono tutte le domande che aleggiano mentre in città è scesa un’eccessiva calma. Che sia il prologo alla prossima uscita di Cutolo di prigione?
 
Le domande sono tante e le risposte, per ora, poche.

Credits Video: Repubblica.it
 

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