Omicidio Varani: perché non se ne parla?

par Emilia Urso Anfuso
lunedì 9 maggio 2016

Esistono omicidi di serie A, e omicidi di serie B. Non è un fatto relativo all’importanza dei protagonisti di un omicidio, a decretarne l’importanza e la relativa visibilità che i media decidono di darne.

Il caso Regeni, è un omicidio di serie A categoria Superior. Tanto da esser diventato un caso istituzionale. Che fa muovere e parlare i governi delle nazioni coinvolte, tanto da far vacillare – addirittura – rapporti diplomatici e scambi commerciali.

Il caso relativo alla morte di Luca Varani invece, è divenuto – in brevissimo tempo – un omicidio di serie C, categoria a una sola stella. Qualcosa di cui non parlare. Un caso che non deve trovare spazio sulle cronache dei giornali e nemmeno delle trasmissioni televisive dedicate alla Cronaca Nera.

Eppure, il padre di uno dei due omicidi, Valter Foffo padre di Manuel, a poche ore dall’arresto del figlio, è stato chiamato negli studi televisivi di Porta a Porta e, intervistato da un Bruno Vespa famelico di scoop ad ogni costo, ha occupato uno spazio televisivo pubblico per decantare le mille e una qualità positive del figlio, che alberga nelle patrie galere, insieme all’amico/amante/tossico/omicida, Marc Prato.

Fin da subito, è apparso lampante come, su Manuel Foffo, vi fosse una forte volontà di parlar poco, anche a livello mediatico. Di Prato, sono state mandate in onda molte fotografie recenti e pure qualche filmato.

Di Manuel Foffo, solo una foto, quella del documento d’identità. Pure sbiadita. Nient’altro.

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva qualcuno. E non si può non pensare che, magari, dietro la volontà di non diffondere troppo altre notizie relative al caso Varani, vi sia una volontà precisa, chiesta a gran voce dal padre di Manuel Foffo. A gran voce, ma sottovoce. Dietro le quinte. Magari allungando un regalo, una promessa, o chissà cos’altro.

Altrimenti non si spiega. Non si spiega perché, oggi, cercando le ultime notizie su questo turpe omicidio, consumato tra i fumi di un mondo fatto di oscenità estreme, la più recente è datata 29 Aprile, e pubblicata su Il Corriere della Sera e su Il Mattino.

Non una notiziona, considerando lo stile di vita dei due omicidi. Si parla di un video che i due avrebbero girato durante un’orgia precedente al giorno dell’omicidio di Luca Varani. Un vizio. Un modo di essere e di vivere, malgrado le rassicurazioni di papà Foffo, che parla di un figlio dalle doti eccellenti e dalla moralità specchiata. Certo, tutto è soggettivo. Ma ci sono regole comportamentali globali, e quando deroghi dalle regole globalmente assunte come accettabili, non puoi parlare di moralità.

Credo che, per la maggior parte delle persone adulte abitanti sul pianeta terra, abusare di alcool e droghe, organizzare orge tra uomini, riprendere gli atti sessuali con lo Smartphone e drogarsi al punto di provare un insano desiderio di uccidere, non sia esattamente riconducibile a un comportamento morale.

Puoi amare un figlio oltre ogni limite consentito, ma non puoi permetterti di imporre all’Opinione Pubblica, un’immagine tanto diversa da ciò che tuo figlio è, palesemente.

E ad aggiungere un’aura sacrale alla figura dell’omicida Manuel Foffo, spuntano anche le dichiarazioni della madre, Daniela Pallotto, che intervistata da Repubblica, dichiara come Manuel sia “un bravo ragazzo, sincero, onesto, maturo e responsabile; a lui, come del resto a tutta la stirpe dei Foffo, non piacciono i gay ma solo le donne”. Ecco, a Manuel “Piacciono solo le donne”. E’ il leitmotiv della famiglia Foffo. Guai. Guai a permettersi di dire che il “bravo figliolo” sia attratto dagli uomini. E’ un punto d’onore. Inscalfibile. Quindi è solo l’effetto della droga a fargli prendere lucciole per lanterne, quando sceglie di avere rapporti omosessuali conditi da dosi incredibili di cocaina innaffiati da litri di superalcolici.

E sempre e solo a causa dell’effetto delle droghe e dell’alcool, questo figlio dalla moralità specchiata giunge a dichiarare che sì, hanno ucciso il povero Luca Varani, ma “Solo per vedere l’effetto che fa”.

Povero Varani, che è morto solo per far capire a due “bravi ragazzi”, che effetto fa ammazzare qualcuno. Povero Varani, che non è morto per un motivo più serio, più alto. E’ morto solo, per “vedere l’effetto che fa”, a due “bravi ragazzi” per cui si giunge forse a pagare cifre incredibili, purché non se ne parli.

Trovo doppiamente grave il fatto che, di Varani non si parli proprio. A quest’Opinione Pubblica, interessa semmai sapere quanti peli hanno sotto le ascelle gli omicidi, ma non ha alcun interesse a conoscere tutto delle vittime. Uno sfregio che si aggiunge alla gravità dell’atto omicidiario. Ma stavolta, la colpa, è dei Media. Che, da sempre, sostengono le figure di chi uccide e non di chi muore. Figure più pruriginose, la cui storia, raccontata in ogni forma, aumenta di molto lo share.

Posso sbagliarmi, ma questo silenzio sul caso Varani, lo trovo sospetto. E mai avrei pensato qualcosa di simile se, la sera dopo l’arresto di Manuel Foffo e Marc Prato, non avessi visto Walter Foffo invitato nella trasmissione televisiva in seconda serata, più seguita dagli italiani. Mai vista prima una cosa simile.

Se mi sbaglio, tanto meglio. Vorrebbe dire però, che da domani, in ogni trasmissione che si occupa di Cronaca Nera – come ad esempio Quarto Grado su Rete4 o anche Chi L’Ha Visto su Rai tre, che ormai non si occupa solo di persone scomparse, si torni a parlare e ad approfondire un omicidio davvero infame. Lo sono tutti, ma questo è davvero infame.

Se non c’è nulla da nascondere, che questo caso assurga, come è giusto che sia, agli onori delle cronache. Altrimenti, i miei sospetti possono trovare fondatezza.

Al link seguente, potete vedere il video dell'intervista a Valter Foffo, intervenuto a Porta a Porta


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