Omicidi brutali: i corpi senza nome fatti a pezzi

par l’incarcerato
lunedì 11 aprile 2011

Non sono un grande appassionato di cronaca nera ma c'è qualcosa che mi turba in questa storia di omicidi.

A Roma, esattamente l'8 marzo, fu ritrovata una donna smembrata (senza braccia, ne testa) e priva di organi. Ancora si brancola nel buio e spuntano diverse ipotesi: dalla pista dell'omicida seriale a quella esoterica. Ma non si esclude che sia un qualche collegamento con un altro macabro ritrovamento: qualche mese prima spuntarono dei resti umani, uno al parco degli Acquedotti e l’altro a Valle Aurelia.

Questo omicidio ricorda uno dei tanti omicidi irrisolti romani. Ovvero quello del 1955, conosciuto come la "decapitata di Castegandolfo". La sua testa non fu mai ritrovata.


Ma nel frattempo accade qualcos'altro: il primo Aprile a Lodi un ciclista, esattamente lungo il fiume Lambro, scoprì un cadavere. I carabinieri e polizia, intervenuti immediatamente, hanno trovato il corpo sezionato quasi chirurgicamente: staccati gambe e braccia, diviso in due il tronco all'altezza del bacino. Mancano le mani e la testa della vittima: quasi esattamente come il corpo della donna ritrovata a Roma.

Uno dei carabinieri, vedendo la scena del crimine, si ricordò che nel 2007 a Inverno e Monteleone, in provincia di Pavia, a pochi chilometri di distanza, fu ritrovato un altro corpo mutilato di un uomo.

Perché parlo di queste storie? Il motivo è che mi inquietano non tanto per le terrificanti "operazioni chirurgiche" compiute su questi corpi e rimandando, inevitabilmente, il mio pensiero alla storia del Mostro di Firenze, ma mi inquieto perché ancora nessuno abbia reclamato quei corpi. Delle persone private della vita e anche della propria identità.

Persone sole e ancora senza nome.


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