Obiezione di coscienza per interruzione di gravidanza. Convergenze ampie in Parlamento
par Paolo Borrello
giovedì 22 marzo 2012
Tutti insieme appassionatamente per l’obiezione di coscienza. Questo è il giudizio espresso dall’Uaar realtivamente alla mozione, presentata alla Camera da esponenti del Pdl, della Lega, dell’Udc e del Pd, a favore dell’obiezione di coscienza nei confronti delle interruzioni di gravidanza.
La mozione è stata sottoscritta, tra gli altri, da Polledri (Lega), Roccella, Di Virgilio e Mantovano (Pdl), Volontè, Buttiglione e Binetti (Udc), nonché dal leader dei cattolici Pd Beppe Fioroni. Quali sono i contenuti della mozione? Questo il testo integrale:
“La Camera, premesso che: in continuità con le decisioni prese negli ultimi decenni, l'Assemblea parlamentare del Consiglio di Europa ha ribadito (raccomandazione n. 1763, approvata il 7 ottobre 2010) che nessuna persona, ospedale o istituzione sarà costretta, ritenuta responsabile o discriminata in alcun modo a causa di un rifiuto di eseguire, accogliere, assistere o sottoporre un paziente ad un aborto o eutanasia o qualsiasi altro atto che potrebbe causare la morte di un feto o embrione umano, per qualsiasi motivo; l'Assemblea parlamentare ha sottolineato la necessità di affermare il diritto all'obiezione di coscienza insieme con la responsabilità dello Stato per assicurare che i pazienti siano in grado di accedere a cure mediche lecite in modo tempestivo; stante l'obbligo di garantire l'accesso alle cure mediche e legali per tutelare il diritto alla salute, così come l'obbligo di garantire il rispetto del diritto della libertà di pensiero, di coscienza e di religione di operatori sanitari degli Stati membri, l'Assemblea ha invitato il Consiglio d'Europa e gli Stati membri ad elaborare normative complete e chiare, che definiscano e regolino l'obiezione di coscienza in materia di servizi sanitari e medici, volte soprattutto a garantire il diritto all'obiezione di coscienza in relazione alla partecipazione alla procedura medica in questione e a far sì che i pazienti siano informati di ogni obiezione di coscienza in modo tempestivo e ricevano un trattamento appropriato, in particolare nei casi di emergenza; in materia di obiezione di coscienza si devono ricordare le indicazioni contenute: nel VI articolo dei principi di Nuremberg; nell'articolo 10, paragrafo 2, della carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; negli articoli 9 e 14 della convenzione europea dei diritti umani; nell'articolo 18 della convenzione internazionale dei diritti civili e politici; la promozione del diritto all'obiezione di coscienza in campo medico e paramedico è affermata nelle ‘linee guida’ della federazione internazionale di ginecologia ed ostetricia (Figo) e della Organizzazione mondiale della sanità (Who-Europe); il diritto alla obiezione di coscienza non può essere in nessun modo ‘bilanciato’ con altri inesistenti diritti e rappresenta il simbolo, oltre che il diritto umano, della libertà nei confronti degli Stati e delle decisioni ingiuste e totalitarie; impegna il Governo a dare piena attuazione al diritto all'obiezione di coscienza in campo medico e paramedico e a garantire la sua completa fruizione senza alcuna discriminazione o penalizzazione, in linea con l'invito del Consiglio d'Europa”.
E bravi! Proprio bravi! Il giudizio dell’Uaar è netto e ampiamente condivisibile
“Nessun pensiero, ovviamente, per quelle donne che sono sottoposte a mille disagi perché i ginecologi sono, al 70%, obiettori di coscienza. Senza dimenticare che in molte regioni, a partire dalla ciellina Lombardia, è ormai impossibile diventare primario di ginecologia senza essere obiettore”.
L’Uaar ha inoltre rilevato che la mozione ha suscitato un entusiasmo così “trasversale” tale da ottenere un sostegno quasi più ampio di quello riservato al governo Monti. Fra l’altro gli estensori della mozione chiedono di estendere il diritto all’obiezione di coscienza anche ai farmacisti. Quest’ultimo aspetto non è nuovo. Nei mesi passati Luisa Capitanio Santolini, deputata dell’Udc, aveva chiesto ufficialmente al Comitato Nazionale per la Bioetica un parere riguardo alla liceità della “clausola di coscienza invocata dal farmacista per non vendere quei prodotti farmaceutici di contraccezione d’emergenza anche indicati come ‘pillola del giorno dopo’, per i quali nel foglio illustrativo non si esclude la possibilità di un meccanismo d’azione che porti all’eliminazione di un embrione umano”. E il parere del Comitato era stato favorevole. Infatti tra l’altro si affermava che “la consegna del prodotto contribuisce ad un eventuale esito abortivo in una catena di causa ed effetti senza soluzione di continuità” per considerare il farmacista alla pari di un medico che non vuole eseguire una interruzione di gravidanza.
E Chiara Lalli, bioeticista dell’università La Sapienza di Roma, in un post pubblicato nel suo blog, così commentò il parere del Comitato:
“Se questo parere dovesse diventare una legge (non dimentichiamoci che nella primavera 2010 è stato presentato un disegno di legge avente come oggetto proprio la possibilità per i farmacisti di fare obiezione) i diritti dei singoli verrebbero ulteriormente minacciati. Una simile concessione non sarebbe affatto la garanzia di una libertà, ma un vero e proprio sopruso. Gli unici interessi che verrebbero garantiti sono dei nostalgici del paternalismo e di quanti vogliono decidere per gli altri, sicuri di avere in tasca una verità che merita di essere affermata. È bene non dimenticare che si sceglie di fare il farmacista e che ogni professione implica dei doveri e non solo dei privilegi. Uno di questi doveri dovrebbe essere quello di vendere i farmaci prescritti senza intromettersi in questioni morali o spirituali.
Anche perché sono molti i farmaci che potrebbero avere come effetto l’eliminazione di un embrione umano, anche farmaci prescritti per altre ragioni. Come dovrebbe comportarsi il farmacista al riguardo? Dovrebbe forse rifiutarsi di vendere il Cytotec, farmaco gastroprotettore ma i cui effetti sono abortivi? Perché magari hai l’ulcera, ma chi può dire che le tue recondite intenzioni non siano di eliminare un embrione umano?”.
A mio avviso i contenuti della mozione sono inaccettabili. Mi riconosco pienamente nei giudizi espressi dall’Uaar e da Chiara Lalli. Aggiungo solo una considerazione. Non sarebbe opportuno e necessario che uscissero allo scoperto in Parlamento i deputati e i senatori, spero appartenenti sia a gruppi del centrodestra che a quelli del centrosinistra, che la pensano diversamente dai loro colleghi che hanno presentato la mozione presa in esame? Che cosa aspettano? Aspettano che il disegno di legge già presentato, a cui faceva riferimento Chiara Lalli, sia discusso in Parlamento e forse approvato? Ed infine qual è la posizione del governo Monti sui contenuti della mozione?