Obama: L’importanza di essere comunisti (o socialisti)

par Luca.G
martedì 28 ottobre 2008

Comunista. È l’ultima offesa lanciata da John McCain a Barack Obama, alle battute finali di una campagna elettorale molto tesa. Mancano meno di dieci giorni al voto e il candidato repubblicano, dietro nei sondaggi, sta sparando le ultime cartucce. Quelle più infamanti. In Italia, all’opposto, c’è chi ancora rivendica questo titolo, con orgoglio. Leggendo i giornali di questi giorni, tra offese americane e manifestazioni italiane, qualcuno potrebbe sentirsi spaesato. Stati Uniti e Italia: così legati eppure così lontani.

Nei giorni scorsi John McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, ha lanciato contro il suo rivale democratico l’accusa più infamante: COMUNISTA! Per un italiano l’accusa potrebbe sembrare assurda: da noi i comunisti erano al governo fino a qualche mese fa. Si potrà obiettare che Stati Uniti e Italia hanno due storie diverse e, oggi, due sistemi di welfare estremamente differenti. Quello USA è praticamente inesistente. Eppure qualcosa non torna.

Stati Uniti e Italia fanno entrambi parte della NATO, del G8, di tutti i maggiori organismi internazionali. La recessione che sta interessando l’economia mondiale, partita dagli Stati Uniti, sta investendo anche il nostro sistema economico. I nostri destini sono legati a doppio filo a quelli americani. Ma la dichiarazione di McCain marca la distanza.

L’accusa di comunismo, o socialismo, è l’ultima di una lunga serie. Segue musulmano, che non sarebbe un’offesa ma nell’America di oggi forse lo è, e amico dei terroristi. Le cartucce migliori si tengono per la fine e l’accusa è di quelle davvero infamanti. In Italia è diverso. Ancora oggi il titolo di comunista è rivendicato con orgoglio, e non da vecchi nostalgici di un tempo, e un’ideologia, che fu. Ma da ragazzi, per i quali il mondo, nonostante Facebook e il web 2.0, si sarebbe fermato. Ragazzi che l’11 ottobre hanno sfilato per le vie di Roma, ora che i vari partiti comunisti d’Italia non siedono più in Parlamento.

Beninteso, entrambe le posizioni sono, a mio parere, assurde. Essere comunisti è anacronistico ma non un’offesa. Ma allo stesso tempo è difficile capire chi pensa che il mondo possa essere salvato dall’abolizione della proprietà privata, anzi, chi pensa che la proprietà privata non abbia motivo di esistere. Stati Uniti e Italia saranno anche legati, avranno anche un destino comune, ma la storia, purtroppo o per fortuna, non si può cancellare.


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