O Libia, o morte

par Camillo Pignata
lunedì 21 gennaio 2019

“Meglio la morte che la Libia” dicono i migranti. Ma l'Italia, “non ci sente da questo orecchio”. Le stragi in mare degli anni passati, i centosettanta morti affogati da qualche ore, non scalfiscono la cinica indifferenza di questo governo per la vita umana.

E allora: o Lager libici o la morte in mare, questa la risposta del nostro Governo. Una nuova Auschwitz, la nostra Auschwitz, quella dei lager libici dove i migranti non vogliono andare e dove noi li costringiamo ad andare. Gli immigrati sono un fastidio di cui il governo vuole liberarsi. Per questo ha confermato l'accordo Minniti con i Libici, che aveva affidato a Tripoli il coordinamento dei salvataggi e l’accoglienza dei naufraghi salvati.

E così alle grida disperate e concitate, alle richieste di soccorso di persone in balia del mare e del freddo, per ore, su imbarcazioni in avaria, ha risposto picche. Ha rifiutato qualsiasi intervento diretto di salvataggio di cento persone - tra cui venti donne e dodici bambini - mentre sollecitavano la Guardia costiera di Tripoli ad occuparsene.

Tripoli interviene, riporta i naufraghi, dove non vogliono andare e il cerchio si chiude. E l'applicazione e l’effetto, di una linea politica crudele e stupida. Crudele, perché finanzia tribù sanguinarie, i veri trafficanti di uomini, donne e bambini, le torture e le sevizie dei lager, mentre ostacola i salvataggi. Stupida, perché finanzia la tratta degli schiavi, che dice di voler eliminare.

 

 

 

 


Leggi l'articolo completo e i commenti