Nucleare: il pericolo "dell’atomo"

par Antonio Lo Mastro
giovedì 24 marzo 2011

L' 8-9 novembre 1987 in Italia si votò il referendum sul nucleare. L'80,6% dei votanti, vale a dire circa 21 milioni di italiani su 25 disse no all'energia prodotta da centrali atomiche.

Sono passati ben 24 anni da quel referendum, ma la pericolosità dell'atomo e lo svantaggio economico non sono certo diminuiti, anzi sono aumentati. E che l'energia atomica fosse una tecnologia svantaggiosa, vecchia, pericolosa e sorpassata gli italiani l'avevano già capito. Affidare l'Italia, paese a rischio sismico, al nucleare è come chiedere a un cappone di passare il natale. Ma oltre i danni alla salute che una centrale nucleare potrebbe creare in caso di calamità naturale, in caso di incidente umano o in caso di attentato terroristico, è svantaggiosa economicamente parlando.

E' inutile dire che l'Italia acquista energia elettrica dalla Francia che viene prodotta da centrali nucleari che si trovano al confine pagando il doppio. Per costruire una centrale nucleare ci vogliono 10 anni per una spesa di 5 miliardi di euro, progettate per una vita media di 22 anni. Dopo tale termine le centrali nucleari devono essere smantellata con costi di smantellamento. Gli Italiani dovrebbero quindi pagare i costi di costruzione, di mantenimento e di smantellamento.

L'Italia non sarà mai energeticamente sufficiente, perché è priva di combustibile nucleare quale l'uranio. Bisognerebbe importarlo dall'estero. Gli italiani dovrebbero pagare anche i costi di importazione del combustibile. 

Infine il problema delle scorie è ancora aperto. Dove le metteremo? Tutti i nuclearisti, mica vorrebbero una discarica di scorie radioattive vicino casa? Saremmo costretti a portarle all'estero. Gli Italiani dovrebbero pagare quindi anche i costi di smaltimento scorie. 

Le bollette degli Italiani, non saranno più il doppio, ma il triplo. Il futuro per risolvere il problema energetico italiano è la green economy. Si possono sfruttare le fonti rinnovabili, come l'energia solare, l'energia eolica e l'energia idrica, in maniera sicura, in maniera economica e soprattutto senza nessun impatto ambientale e sulla salute dei cittadini.

Gli Italiani l'avevano capito nel 1987 e ne saranno più consapevoli quando andranno a votare nel mese di giugno i tre referendum promossi dall'IDV: uno sul nucleare, uno sulla privatizzazione dell'acqua e uno sul legittimo impedimento. 


Leggi l'articolo completo e i commenti