Non voto e non ho speranza nei partiti

par MarcoMaria Freddi
mercoledì 22 dicembre 2010

L'incontro con il passionale Vittorio, mi ha convinto ad aprire un blog per spingere gli amici e, tutti coloro che lo vorranno, ad intervenire ad un tavolo telematico dedicato all'idea di futuro che ognuno di noi ha della nostra Italia.

Mi auguro che la passione con cui è stata vissuta la discussione tra noi, ci porti a condividere principi da intendere come base comune per la costruzione di una comunità di persone libere, consapevoli di vivere un momento in cui la tecnologia e i grandi cambiamenti epocali di relazione tra le Nazioni, ci devono dare diverse chiavi di lettura del Mondo.

Se non riusciremo ad uscire dagli schemi ereditati dal secolo passato non riusciremo a leggere il nostro tempo e pertanto condannati a non comunicare con le nuove generazioni.

Nella discussione aperta con Vittorio, che saluto e ringrazio nuovamente, ho esordito dicendo che la caduta del muro di Berlino ha reso il Re nudo. Credo che tutte le persone pensanti ed intellettualmente oneste, si siano rese conto che un mondo era finito: le ideologie aberranti del secolo scorso, le quali avevano la pretesa di creare uomini nuovi, avevano fallito.

L'unico sistema che ad oggi è da ritenere esperienza positiva, ovunque questo sia stato applicato, è il sistema liberale capitalistico.

Qui, credo, nascono tutti i distinguo tra "destra" e "sinistra" circa le regole che devono governare il sistema capitalistico.

Purtroppo l'Italia non ha una base solida e comune di principi (mi rifiuto di parlare di valori cui a cui non credo) che uniscano la popolazione Italiana da Nord a Sud, ha solo come unica base una Costituzione creata dal compromesso di due chiese, quella cattolica e quella comunista, che pur di imporre i loro "valori", hanno scritto regole del gioco che ingessassero il Paese al servizio e controllo dei partiti, ordini, corporazioni e sindacati.

L'occupazione partitica di scuole, giornali, sanità, banche, cooperative di produzione e di consumatori e di ogni altra attività, ha portato la classe dirigente di questo Paese a non scegliere mai in funzione delle generazioni future ma solo in funzione del possibile controllo da parte dei partiti.

Voglio semplicemente pensare all'oggi, non voglio più guardare indietro, lascio agli storici delle prossime generazioni riscrivere la storia di questo Paese, mi accorgo, però, che proprio grazie alla nostra storia non abbiamo una classe dirigente che sappia leggere la realtà odierna e sappia dare risposte concrete.

Abbiamo uomini vecchi, sia anagraficamente che di mentalità e non credo che questi uomini, di destra e di sinistra siano capaci di dare risposte alle sfide della unica comunità che è, oggi, il mondo.

Due i temi fondamentali a cui le persone vecchie di tutti i partiti non sanno dare risposte: connessioni veloci alla rete e lavoro.

Ogni possibile radicale cambiamento di questo Paese deve passare da un ricambio generazionale profondo, a tutti i livelli, tutte le vecchie figure che hanno monopolizzato la vita pubblica fino ad oggi, non hanno alcuna possibilità di parlare la lingua delle nuove generazioni e, pertanto, guardare ai prossimi trent'anni.

Questo è il motivo percui, ho scelto tempo fa di non votare consapevolmente, restituendo le schede elettorali al presidente di seggio come protesta civile e non violenta all'immobilismo di questo Paese. Spero sempre che, la mia protesta del non voto consapevole, possa indurre i dirigenti di tutti partiti a passare la mano ai trentenni/quarantenni presenti in tutti i partiti.

Sì, sì Vittorio, la mia risposta è sì.

Tutti i partiti attuali sono uguali, non vi è nessuna differenza poiché nessuno di loro è in grado di costruire futuro per i nostri figli. Si alimentano delle passioni delle persone ma sono autoreferenziali e non sono capaci di dare speranze. E' il dubbio Vittorio, è il dubbio che mi rende libero di pensare e guardare con distacco ciò che ci accade intorno. Amo pensare che solamente non concedendo assegni in bianco a nessuno questo Paese potrà crescere e diventare un Paese realmente libero.


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