Non solo sport: la politica ed i conflitti mondiali

par Paride Ponterosso
venerdì 8 agosto 2014

Che cosa rappresenta nella società odierna lo sport? Un colpo d’occhio sui valori che storicamente lo sport si propone, mostra a tutto campo la funzione sociale che riveste. A partire dalla prima guerra mondiale, le manifestazioni sportive, se da un lato hanno unito i popoli di diverse culture e religioni, dall’altro hanno subito gli effetti dell’andamento politico dei vari paesi perdendo molto delle credenziali iniziali di solidarietà umana a cui si ispiravano valori e il linguaggio iniziali.

Che cosa rappresenta nella società odierna lo sport? Lo sport è divertimento, è benessere psico-fisico, o è solo un evento? Oppure semplicemente uno mezzo di integrazione e sviluppo culturale?

In realtà una riflessione sullo sport ci conduce anche ad associare alla parola quei significati che la società gli attribuisce, che hanno un impatto politico-sociale di grande rilievo e che, talvolta, vanno al di là dell’aspetto ludico.

Un colpo d’occhio sui valori che storicamente lo sport si propone, mostra a tutto campo la funzione sociale che il gioco riveste nella società contemporanea. Inserito più o meno forzatamente nella struttura sociale, politica ed economica.

Lo sport è l’unico modo che gli uomini hanno trovato per regolare i loro rapporti in modo pacifico con un linguaggio universale attraverso il quale tutti sono in grado di comunicare e comprendersi.

L’amicizia, la lealtaÌ, la solidarietaÌ, l’impegno, il coraggio e la pace sono invece i valori che lo sport rappresenta: concetti che riassume il cosiddetto spirito Olimpico. Ma non è sempre cosi.

La storia dell’umanità è flagellata da grandi conflitti mondiali e l’odio tra i popoli ha fatto sì che lo sport subisse in modo diretto ed indiretto i propri effetti. A partire dalla prima guerra mondiale fino a giorni nostri, le manifestazioni sportive nel corso degli anni, da un lato hanno sicuramente unito i popoli di diverse culture e religioni, dall’altro hanno subito in modo negativo gli effetti dell’andamento politico dei vari paesi.

E' innegabile che la guerra fredda che si combatté dagli anni '50 in poi in molti casi fu combattuta anche sui campi da gioco. Non più tardi di un mese fa è all’attenzione dell’opinione pubblica la triste vicenda dei sei calciatori brasiliani dello Shakhtar Donetsk, squadra che milita nel campionato ucraino, che si rifiutano di rientrare insieme alla squadra in Ucraina, dove è in atto una guerra sociale e politica. I giocatori sono costretti a dover fare i conti non solo con le proprie performance tecniche, ma anche con le proprie paure per una guerra in nome della quale tre giorni prima era stato abbattuto un volo di linea della Malaysian Airlines provocando la morte di 298 passeggeri.

Altro episodio increscioso che preme ricordare, dove ancora una volta è una manifestazione sportiva a esserne coinvolta, è l’aggressione subita dei giocatori israeliani della squadra di calcio del Maccabi Haifa da parte di decine di attivisti pro-palestinesi.

Il conflitto israelo-palestinese invade anche i campi di calcio. La guerra e i suoi effetti collaterali arrivano purtroppo a stravolgere i valori dello spirito Olimpico. Ma al di là dei fatti recenti, nella storia dello sport non sono certo mancate le interferenze politiche che hanno portato a boicottaggi e manifestazioni di dissenso politico.

Le Olimpiadi ad esempio sono sempre state teatro di forme di proteste accese. Nel 1980 sono gli Stati Uniti a boicottare i giochi olimpici di Mosca. Nel dicembre dell'anno precedente l'Urss aveva invaso l'Afghanistan. Il presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, minacciò il ritiro della sua squadra dai Giochi di Mosca se i sovietici non avessero lasciato il paese asiatico. Al rifiuto dell'Urss, Carter proseguì nel suo disegno, cercando di coinvolgere nel boicottaggio i suoi alleati della Nato.

In pieno clima di guerra fredda nel 1984 i ruoli vengono invertiti ai giochi di Los Angeles. È l'Urss ad annunciare la sua volontà di astenersi, ufficialmente per motivi di sicurezza, nel presunto timore che i suoi atleti non venissero accolti favorevolmente in terra americana. Anche l’economia ha di fatto cambiato il modo di intendere lo sport.

Bisogna sottolineare che da quando le grandi manifestazioni sportive, vedi mondiali di calcio e olimpiadi, sono riusciti a muovere enormi interessi economici vengono fatti preda dai grandi sponsor internazionali. Il recente Mondiale di calcio in Brasile è l’esempio più eclatante di quanto sia stato influenzato dalla politica e dall’economia. Abbiamo ancora negli occhi i manifestanti scesi in strada in segno di protesta, "senza diritti, niente Mondiali" il loro slogan. Uno dei temi che ha caratterizzato questo mondiale è stato la spaccatura di un popolo diviso tra l'idea del ritorno economico dell’evento con l’incremento del turismo e la capitalizzazione dei guadagni ed i detrattori che denunciano povertà e cattiva gestione del denaro pubblico.

In tutto questo la domanda è se lo sport oggi abbia perso le credenziali di solidarietà umana a cui si ispiravano valori e linguaggio iniziali. Certamente, alcune trasformazioni dello sport moderno possono sollevare in noi alcune perplessità.

Tra queste il problema della violenza diffusa negli stadi o l’ossessione della quantificazione del risultato con il problema ben più serio del doping… ma questa è un’altra storia.

 


Leggi l'articolo completo e i commenti