Non solo Detroit. Marchionne e la delocalizzazione Fiat in Serbia

par Antonio Libonati
lunedì 3 settembre 2012

Kragujevac è la città serba che più di ogni altra ha foraggiato la guerra nei Balcani. Nelle industrie cittadine infatti, fino agli ‘90 si producevano armi di vario tipo, munizioni per pistole e i migliori fucili da cecchino, ma anche veicoli ad uso militare e commerciale che venivano venduti in tutti i Balcani. Zastava è il nome della fabbrica cittadina, che si può dire abbia contribuito al successo di tutti i regimi serbi dalla seconda metà del XIX secolo, periodo in cui è stata fondata.

Prima della guerra del 1999 gli stabilimenti della Zastava contavano circa 40.000 dipendenti.
Dopo anni di cassa integrazione e dopo gli accordi presi con il governo serbo nel 2008, oggi Kragujevac è sinonimo di Fiat (anche se il primo accordo risale addirittura al 1953), tanto da poter essere definita la Mirafiori, o forse sarebbe meglio dire la Detroit, dei Balcani: sono circa 1.000 i dipendenti che lavorano sulla linea di produzione della Fiat Punto Classic.

Il governo serbo e la Fiat hanno creato la Fas (Fiat Automobili Serbia) e la Serbia ha concesso alla Fiat incentivi di ogni tipo, che difficilmente si sarebbe vista riconoscere altrove. Tutti gli impianti della fabbrica Zastava, con annessi 67 ettari di terreno (e altri 70 promessi) sono stati regalati alla Fiat. Inoltre ulteriori sovvenzioni sono state date per gli operai assunti e per la vendita delle automobili.

A Kragujevac attualmente ha luogo la produzione in serie del nuovo modello Fiat destinato all'esportazione, la "500 L".

Questo mentre Marchionne non manca di paventare lo snellimento o addirittura la chiusura di questo o di quello stabilimento italiano, come già accaduto a Termini Imerese.

Le ragioni di questo apparente controsenso sono diverse. Da un lato influisce, certamente, il minor costo del lavoro degli operai serbi (il salario medio di un operaio della Fiat serba, a tempo pieno, è di 270 euro). Ma dall’altro la Fiat non cessa di ricevere sovvenzioni e contributi dal governo serbo.

La stampa locale racconta che, in base ai precedenti accordi, lo Stato avrebbe dovuto versare entro quest'anno 90 milioni di euro alla Fas. Dopo alcuni problemi e frizioni legati al cambio di governo, è stato raggiunto un nuovo accordo: entro la fine di quest’anno il governo di Belgrado sborserà 50 milioni di euro, mentre gli altri 40 seguiranno l'anno prossimo. A questi si aggiunga il prestito di 500 milioni di euro che la Banca europea per gli investimenti ha garantito per lo stabilimento serbo.

Prima del 2013 Marchionne conta di produrre 30mila esemplari della nuova "500 L", un’auto composta per il settanta per cento in Serbia.

L’A.D. Fiat sarà a Kragujevac martedì per incontrare il presidente serbo Nikolic. L’accordo prevedrebbe che per Fiat l’impegno di arrivare almeno a 2500 lavoratori con l'idea di tornare più o meno al numero che impiegava Zastava. A Kragujevac dovrebbero poi aprire altre 14 fabbriche legate a Fiat fra cui Magneti-Marelli e Iveco. Totale: 30 mila posti di lavoro. Fuori dall’Italia.

Chissà cosa ne pensano a Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Melfi.


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