Nobel a Robert Edwards; il Vaticano prepara roghi mediatici

par Gian Carlo Zanon
giovedì 7 ottobre 2010

Chi ha superato il primo esame di Storia delle religioni, sa che un concetto fondamentale che si deve apprendere per comprendere la nascita e lo sviluppo delle religioni, di tutte le religioni, è quello di “funzionalità”. Che significa? Significa che ogni religione è funzionale alla società che la produce. Come dire che in qualche modo le religioni sono il lubrificante che fa scorrere senza frizioni il vivere comune nelle società; e dato che sono funzionali alla società, esse si modificano, molto lentamente, man mano che i costumi, la cultura, la ricerca scientifica della società, mutano la loro etica. In effetti, guardando bene tra le pieghe della verità, si vede che, in realtà, le religioni sono funzionali solo al potere che le utilizza a propri scopi politici.

La parola etica, èthos, in prima istanza, significa costume, norma civile, usanza; c’è un’etica cristiana che appartiene ai cristiani; un’etica comunista che appartiene ai comunisti, c’era, e c’è, un’etica nazista e così via. Max Weber su questo tema ha scritto un famoso libro, “L’Etica protestante e lo spirito del Capitalismo” dove voleva dimostrare che il capitalismo ha la sua genesi nei costumi, nelle usanze, nella cultura e nella religiosità protestante.
 
Dalla sviluppo delle prime polis questi “gruppi etici” danno vita a comunità sincretiche, dove però l’etica più forte e/o del più violento domina le altre etiche a volte eliminandole culturalmente e fisicamente.
 
Costumi e usanze, ovvero l’etica viene interiorizzata culturalmente dai vari gruppi sociali, i quali, troppo spesso, cristallizzano il pensiero sviluppatosi in quel contesto tribale, facendolo diventare un credo dogmatico. Un esempio: Esodo (20,17): «Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa appartenente al tuo prossimo». Secondo questi precetti “etici” una donna è paragonata al bue e all’asino essendo anch’essa di proprietà del marito. Questa legge nasceva dalle usanza e quindi dall’etica delle tribù ebraiche. Costumi e usanze di un popolo si sono trasformate in leggi divine che hanno valicato la storia di millenni per giungere a noi inalterate. Certamente noi, spero, leggiamo questo passo dell’Esodo criticamente e ne ricaviamo una denuncia verso la violenza patriarcale storica, che ha ridotto le donne per millenni al rango di oggetto appartenente al maschio della specie; nello stesso momento, alla lettura del passo biblico, in una società che si definisce civile e umana, dovremmo provare un moto di sufficienza perché, ormai, spero, un precetto simile è totalmente incongruo alla società in cui viviamo.
 
La storia non procede a salti, l’ha detto qualche storico famoso del quale mi sfugge il nome. Forse ha ragione; però la nostra società civile, che assimila in pochissimo tempo le scoperte scientifiche adeguando i propri costumi, le proprie norme civili e quindi la propria etica e il proprio pensiero al divenire epistemologico, non si ferma certo di fronte a emblemi religiosi e ad anatemi apocalittici.
 
Ci vuole ben altro, che i pessimi titoli e sottotitoli dell’Avvenire per annullare il divenire della scienza creata per il benessere degli esseri umani, tutti : “Le mani sulla vita – E ti danno pure il Nobel”? Sottotitolo ancora più rancoroso: “Il premio al padre di una tecnica inventata per gli animali”. In poche parole questi “scienziati” in abito talare si oppongono a che le donne, che non possiedono doti naturali per avere un figlio desiderato, lo possano avere con il metodo scientifico messo a punto da Robert Edwards, il quale, per questo suo lavoro, ha vinto giorni fa il Nobel per la medicina.
Scriveva Marco Politi su Il Fatto del 6 ottobre: "Ma il vertice dell’astruseria parateologica si raggiunge quando il documento del 2008 indica l’unico metodo di fecondazione artificiale accettato dal Vaticano. Il preservativo bucato. Lo so, è ridicolo e incredibile. Ma è così. Si chiama Semen Collector Device. E l’elucubrazione si basa sul fatto che la fecondazione è lecita solo se c’è il “rapporto unitivo” tra i due sposi. Dunque i due partner, già stremati da ripetuti insuccessi, dovrebbero mimare il rapporto... il buco nel preservativo lascia “in linea di principio” la possibilità che uno spermatozoo arrivi a destinazione…”

Che dire? Potremmo dire che tutta questa fibrillazione dei vertici vaticani è dovuta alla difesa dell’etica, della loro etica, funzionale al loro potere, ormai staccatasi dalla realtà sociale, ma non politica purtroppo.
 
E i credenti? Coloro che formano il corpus di quest’etica, che ormai fa acqua da tutte le parti, che dicono? Che pensano? Continuano a credere acriticamente ad ogni cosa che dice il “Santo Padre”, senza accorgersi che in questo modo si identificano con un pseudo pensiero culturalmente incongruo perché scisso dalla realtà?
 
Un bambino di 5-6 anni che crede a Babbo Natale ha un pensiero congruo, quindi sano; se ci crede un vent’enne questi non ha più un pensiero congruo: è fuori dal mondo.

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