No ai camorristi alla festa patronale: il sindaco di Castellammare rinverdisce un’antica polemica

par Silvia Maria Esposito
giovedì 12 gennaio 2012

Castellammare, il sindaco Bobbio prende provvedimenti per la precessione di san Catello, patrono della città: i pregiudicati non potranno trasportare la statua del patrono.

In molti sicuramente ricorderanno quanto accaduto nel quartire Barra di Napoli lo scorso 26 settembre in occasione della Festa dei Gigli: alcuni boss della malavita organizzata arrivarono su un'auto d'epoca scatenando entusiastiche reazioni della folla in festoso delirio al loro passaggio.

In quell'occasione il prefetto di Napoli Antonio de Martino invitò le amministrazioni locali a "riservare particolare attenzione alla prevenzione di rischi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata" in occasioni di celebrazioni popolari in modo che queste fossero "coerenti con i principi di legalità e trasparenza".

Non è stata certo quella la prima volta in cui sono state accertate infiltrazioni di clan di quartiere nelle feste popolari. Noto è il caso registarto nel settembre del 2000 per la festa di San Vincenzo alla Sanità. In quell'occasione addirittura la festa venne annullata poiché venne avanzato il sospetto che i clan della zona avessero estorto tangenti ai commercianti della zona per l'organizzazione della cerimonia.

Memore dei numerosi avvenimenti, il sindaco di Castellammare Luigi Bobbio si attesta dunque sulla stessa lunghezza d'onda di de Martino.

In occasione della prossima processione di San Catello del 19 gennaio, il "sindaco di ferro" ha intenzione infatti di agire su due fronti: "Innanzitutto - afferma il sindaco - [si stabilirà] il percorso che la statua dovrà seguire, evitando soste "sospette" davanti alla casa di pregiudicati e, in secondo luogo, chiederemo l’elenco completo e i dati anagrafici dei portatori della statua e dei componenti dell’eventuale comitato organizzatore e gestore della processione, al fine di effettuare le necessarie verifiche".

Le reazioni non si sono fatte attendere, tanto che il vescovo Felice Cece ha prontamente replicato: "La comunità ecclesiale di Sorrento-Castellammare di Stabia, unita al suo vescovo, esprime stupore e dolore nel constatare che, dopo i molteplici, infondati e offensivi interventi del sindaco Bobbio sulla stampa locale e nazionale dei mesi scorsi in merito alla processione del Santo patrono della città di Castellammare, il sindaco ancora una volta, nell'approssimarsi della processione di gennaio di san Catello ha dato inizio ad un'ulteriore infondata polemica".

Il vescovo comunque si dice disponibile all'apertura di un dialogo con le istituzioni per assicurare "il vero bene della città e la crescita umana e cristiana delle comunità affidate alla nostra cura pastorale".

Il braccio di ferro tre Bobbio e la Curia era cominciato un anno fa, quando l'ex magistrato aveva ordinato che la processione, in sosta sotto la casa del boss Renato Raffone, riprendesse immediatamente il percorso. "Si è trattato di un equivoco" aveva precisato il vescovo Cece: "Quello stop serviva solo a rendere omaggio a un’antica chiesa ubicata nei paraggi, nell’area di Portosalvo”.

Intanto a Torre del Greco, dove la processione per la festa dell'Immacolata è stata più volte al centro di aspre polemiche per le soste del carro sotto la casa del boss Giuseppe Falanga, la notizia della "schedatura" invocata da Bobbio non ha avuto eco positiva.

Il sindaco in carica Ciro Borriello, ha infatti dichiarato: "Non conosco il caso specifico, sicuramente il sindaco Luigi Bobbio avrà avuto le sue buone ragioni ma la mio opinione è che non bisogna mischiare il sacro e il profano" e aggiunge: "Credo sia fisiologica la presenza di persone che possano avere avuto problemi con la giustizia, ma se si trovano nelle condizioni di portare il carro dell'Immacolata significa che sono uomini liberi".

Polemiche e dissapori che, a quanto pare, sono destinati a continuare.


Leggi l'articolo completo e i commenti